Mancino d’accordo col Presidente sull’esecuzione della sentenza dopo due gradi di giudizio

da Il Sole 24 ore del 24.5.98

Scalfaro: mai parlato di abolire la Cassazione 

ROMA — Alla vigilia di una settimana decisiva per le riforme istituzionali, le polemiche sulla giustizia e sui gradi di giudizio continuano a tenere banco. Ieri Oscar Luigi Scalfaro ha voluto sgombrare il campo dagli equivoci sorti dopo le sue dichiarazioni favorevoli a trasformare la presunzione di innocenza, dopo due gradi di giudizio, in presunzione di responsabilità, precisando di non avere mai parlato di abolire la Cassazione. In completa sintonia con il capo dello Stato, il presidente del Senato Nicola Mancino giudica positivamente l’ipotesi di dare esecuzione provvisoria alla sentenza «dopo due gradi di giudizio che concordino sulla responsabilità penale dell’imputato», e sottolinea che il terzo grado di giudizio della Corte di cassazione «risponde a un principio di civiltà giuridica e non è eliminabile». Sui problemi che affliggono la giustizia e sulle responsabilità delle «fughe eccellenti» di Gelli e Cuntrera, è tornato ieri anche Silvio Berlusconi, proponendo l’istituzione di Commissioni d’inchiesta parlamentari, mentre il presidente della Camera Luciano Violante ha ribadito che la prima cosa da fare è «prendere quelli che sono scappati».
«Non ho mai parlato e non mi direi d’accordo con chi vuole sopprimere la Cassazione, che è una garanzia assoluta per il cittadino e non si può toccare»: in visita privata a Londra, Scalfaro ha precisato il senso dell’intervento di giovedì alla festa della Polizia, che, da qualcuno, era stato interpretato come un assenso all’idea di eliminare il terzo grado di giudizio. Il capo dello Stato ha quindi aggiunto che il suo discorso «è stato molto diverso» e si riferiva «semplicemente» alla necessità di trasformare la presunzione di innocenza dopo il secondo grado di giudizio in «presunzione di responsabilità».
In una nota, il presidente del Senato Mancino si è detto pienamente d’accordo con il capo dello Stato e ha invitato a non dare il là a una «nuova crociata», questa volta sulla Cassazione. «Premesso — sottolinea Mancino — che un giudice di legittimità, che controlli la regolare e uniforme applicazione della norma sostanziale e processuale, non è eliminabile perché risponde a un principio di civiltà giuridica, la questione si limita solo a valutare se dopo due gradi di giudizio, che concordino sulla responsabilità penale dell’imputato, si possa dare esecuzione provvisoria alla sentenza». E a questa ipotesi Mancino risponde di sì, d’accordo con quanto più volte proposto «da emeriti giuristi e dal capo dello Stato». Quest’ultimo ha affrontato anche il tema delle riforme istituzionali è si è detto convinto che «andranno in porto». Per il Presidente, infatti, nessuna forza politica «vorrà affrontare il rischio di gettare la spugna». Tutti i partiti, secondo Scalfaro, «sanno quale è il danno» che arrecherebbero a loro stessi «se non si dovessero fare le riforme».
Chi non sembra nutrire lo stesso ottimismo di Scalfaro è Berlusconi, che in settimana incontrerà il leader di An Gianfranco Fini per tentare di trovare una posizione «unitaria» sul fronte del processo di revisione costituzionale. Il leader azzurro ha ribadito l’aut aut sui poteri del Presidente. «Non si possono scomodare i cittadini — ha sottolineato — per eleggere un Presidente che abbia meno poteri di quello attuale. Sarebbe una presa in giro. Quindi ci batteremo su questo punto. Se questo non sarà il punto su cui si troverà la convergenza di tutte le forze e quindi non passerà, io credo che si debba guardare ad altri sistemi alternativi, che non si possa parlare più di semipresidenzialismo».
L.Os.