Scalfaro:
«La Cassazione non si tocca»
da Il Corriere della sera del 24.5.98
Flavio Haver
ROMA - «Non sono assolutamente d'accordo con l'eliminazione della
Cassazione, alla quale vengono presentati ricorsi di legittimità
e di garanzia assoluta. E per il cittadino le garanzie non si possono toccare».
Da Londra, il Presidente della Repubblica Scalfaro torna sul tema caldo
della giustizia. E ribadisce di essere favorevole alla trasformazione dell'attuale
presunzione di innocenza dopo il secondo grado di giudizio in «presunzione
di responsabilità, di colpevolezza». Cosa ben diversa dall'abolizione
della Suprema Corte. E poi richiama tutti: «Invece di fare polemiche
inutili, bisogna cercare di trovare una soluzione che, pur non turbando
i diritti sacrosanti dei cittadini, impedisca talune disattenzioni. Si
ha la sensazione - ha detto Scalfaro - che nelle norme ci sia qualche vuoto:
un cittadino equilibrato non potrà mai accettare che uno condannato
due volte, anche alla pena maggiore, possa passeggiare liberamente».
Il dibattito acceso dalle fughe di Gelli e di Cuntrera è più
che mai aperto. E il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano annuncia
imminenti novità, concordate direttamente con Prodi e con Flick.
«Sono all'esame del Governo tre questioni», ha annunciato:
«Far rispettare le misure amministrative esistenti, pensare eventualmente
a nuove disposizioni e proporre alcune modifiche della legislazione vigente».
Sarà poi il Parlamento, ha concluso Napolitano, a valutarle. Per
dare man forte a Scalfaro sulla questione-Cassazione è intervenuto
il presidente del Senato Nicola Mancino: «Il terzo grado di giudizio
risponde a un principio di civiltà giuridica e non è eliminabile».
Da Luciano Violante un ordine perentorio. «Il problema principale
è prenderli ed evitare che altri scappino. Bisogna stabilire delle
priorità, altrimenti si parla di tutto senza andare al nocciolo
della questione», ha osservato il presidente della Camera. Per il
quale «esiste un problema di raccordo migliore fra polizia, sistema
penitenziario e autorità giudiziaria».
Violante ha assolto Palazzo Chigi. Ma il clima, malgrado la possibilità
di cambiamenti, continua a essere arroventato. E a prendersela con l'esecutivo
è stato il presidente della Commissione giustizia della Camera:
«Il Governo ha fatto una figuraccia. Perché, proprio nei due
casi in cui certamente non aveva responsabilità, si è prestato
ai balletti», è l'accusa di Giuliano Pisapia. L'esponente
di Rifondazione comunista ha «scagionato» Flick. «Il
Guardasigilli - ha osservato - ha sollevato una questione reale: le divisioni
esistenti all'interno dell'Ulivo sul tema della giustizia. Divisioni che
sono innegabili. Il governo - è però la critica di Pisapia
- non è entrato nella fase due sulle questioni sociali e su quelle
della giustizia. Insomma, non ha effettuato la svolta riformatrice che
il Paese si aspettava». Duro anche il leader del Polo Silvio Berlusconi.
Che dopo aver ribadito che le dimissioni di Flick respinte da Prodi hanno
dato vita a «una situazione grottesca» ha chiesto al Parlamento
l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla giustizia e sui casi
Gelli e Cuntrera.
Sull'esigenza di un miglior coordinamento interforze è intervenuto
il capo della Dna Vigna: «Ci deve essere una preventiva comunicazione
delle udienze in cui si discuterà di scadenza termini se una persona
è detenuta e di una imminente sentenza di Cassazione che è
definitiva», ha sostenuto Vigna. Mentre il Procuratore di Milano
Borrelli, dopo aver detto di non voler essere dipinto come un «forcaiolo»,
ha lanciato una proposta. «Se si stabilisse che il ricorso alla Suprema
Corte viene dichiarato inammissibile qualora l'imputato ricorrente non
si costituisca 24 o 48 ore prima della pronuncia, si potrebbe creare un
incentivo per il ricorrente a non allontanarsi», è l'opinione
del capo del pool di Mani Pulite. E a favore della Cassazione si è
pronunciato perfino il Premio Nobel Dario Fo: «Non è da cancellare».
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