«Deve
restare perché è una garanzia per il cittadino»
da L'Unione Sarda del 24.5.98
Scalfaro: non toccate la Cassazione
LONDRA La Cassazione non si tocca. Prendendo le distanze da quanti hanno
proposto lo smantellamento della Suprema corte, il presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro ha precisato ieri di non essere mai stato d'accordo
sull'abolizione del terzo grado di giudizio nei processi. Lo ha ribadito
parlando con i giornalisti a Londra, dove si trova in visita privata. Scalfaro
ha ricordato di aver parlato delle disfunzioni della giustizia e delle
fughe degli imputati eccellenti nel suo intervento in occasione della festa
della polizia a Roma, tre giorni fa.
In quell'occasione, il capo dello Stato aveva reso noto il suo pensiero
in proposito; un pensiero che, a suo avviso, è stato anche riportato
esattamente. In ogni caso, ieri ha ribadito di non essere assolutamente
d'accordo sull'eliminazione della Cassazione, poiché «questo
è un ricorso di legittimità e di garanzia assoluta e per
il cittadino le garanzie non si possono toccare».
Il presidente Scalfaro ha quindi aggiunto che il suo discorso «è
stato molto diverso». Alla scuola di polizia, infatti, il presidente
aveva semplicemente parlato della necessità di trasformare la presunzione
di innocenza dopo il secondo grado di giudizio in «presunzione di
responsabilità di colpevolezza». Cosa ben diversa dal chiedere
l'abolizione della Cassazione.
«L'esempio famoso - ha proseguito il presidente Scalfaro - che
un condannato anche alla pena maggiore, cioé l'ergastolo, possa
per uno scatto automatico esterno alla persona trovarsi a passeggiare liberamente
è un fatto che io non posso accettare. Così come - ha aggiunto
- un cittadino equilibrato non lo può accettare».
Secondo Scalfaro, «invece di fare polemiche inutili», bisogna
cercare di trovare una soluzione che, «non turbando i diritti sacrosanti
dei cittadini, impedisca talune disattenzioni».
Sui problemi che affliggono la giustizia e sulle responsabilità
delle fughe è intervenuto ieri anche il leader del Polo Berlusconi:
«Sarebbe utile - ha affermato - che il Parlamento istituisse delle
Commissioni d'inchiesta: le abbiamo chieste sulla giustizia e su Tangentopoli,
ma la maggioranza non ce le ha mai concesse».
In un'intervista per il programma di Raidue "Telecamere", Silvio Berlusconi
ha ribadito le sue critiche alla maggioranza e ha osservato che le dimissioni
del ministro Flick, poi respinte da Prodi, hanno dato vita ad «una
situazione grottesca».
«Per due persone che lavorano gomito a gomito, come il ministro
di Grazia e Giustizia e il presidente del Consiglio - ha sottolineato Berlusconi
- fare questa sceneggiata trovo che sia ancora una volta prendere in giro
i cittadini, perché se uno sa che l'altro non accetta le sue dimissioni,
allora non le dà neppure, e se le dà è una persona
seria e le mantiene».
Secondo Berlusconi, se queste «fughe eccellenti» fossero
accadute quando era al governo il Polo, sarebbe successa «una tragedia
nazionale: sarebbero state richieste le dimissioni non di un ministro,
ma dell'intero governo».
|