Tribunale S.Maria C.V., oggi vertice
a Roma
da Il Mattino del 24.11.99
GIORGIO SANTAMARIA
L’appuntamento è per oggi alle 18. Destinazione: via Arenula,
ministero della Giustizia. Un «pool» di giudici del tribunale
di S. Maria C.V. che agli inizi di novembre acquistò mezza pagina
de «Il Mattino» per denunciare lo sfascio giustizia nel Casertano,
saranno ricevuti dal sottosegretario alla giustizia Marianna Li Calzi per
un primo contatto dopo la manifestazione del 6 novembre. La delegazione
sarà composta da una parte dei membri della «commissione di
lavoro» nata all’indomani del convegno: ovvero, il presidente del
Tribunale Carlo Alemi, il capo della Procura Mariano Maffei, il presidente
della locale sottosezione dell’Associazione Nazionale Magistrati Carlo
Fucci, il segretario Raffaele Piccirillo, i giudici Fabrizio Amendola e
Francesco Ciocia, il presidente della Camera Penale Giuseppe Garofalo,
il presidente dell’Ordine degli avvocati Elio Sticco e il dirigente dell’amministrazione
del Tribunale Luigi Calobrisi. Seduto, allo stesso tavolo, ci sarà
il sottosegretario Li Calzi che, dopo il mea culpa pubblico del 6 novembre
scorso (i dati in suo possesso sulla popolazione di Terra di Lavoro si
riferivano alla metà delle attuali 900mila unità), cercherà
di rivedere numeri e organici nel tribunale.
Dunque, si comincia a concretizzare la proposta che avanzò la
stessa Li Calzi sull’istituzione nel Palazzo di Giustizia di una commissione
composta da due giudici, due avvocati e due amministrativi per iniziare
una sorta di «filo-diretto» tra Ministero e Tribunale. Un contatto
per definire gli interventi massicci che non possono essere presi nel giro
di poco tempo. Quello che invece sembra essere sicuro, è l’inclusione
del Tribunale sammaritano nel progetto pilota di informatizzazione e in
quello di modernizzazione del casellario giudiziario e l’assegnazione di
alcuni amministrativi e assistenti giudiziari.
Durante la manifestazione del 6 novembre scorso esplose, come si ricorderà,
la collera dei 77 magistrati sammaritani (compresi quelli di tutte le Procure
circondariali dopo l’entrata in vigore del Giudice unico) costretti a lavorare
in uno dei tribunali più caldi dell’Italia meridionale. Nel loro
manifesto di protesta, firmato dalla sottosezione dell’Anm, i giudici snocciolano
i drammatici numeri dello sfascio: un carico di 90.000 processi tra ufficio
gip, sezioni penali e civili; quasi 200mila notizie di reato iscritte in
Procura; 62mila cause di lavoro. Preoccupante anche l’elenco dei disagi
che, per conseguenza, provocano le cifre del collasso.
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