Lavoro, cause infinite
da Il Messaggero del 24.11.99
Non decolla, iveve, nella capitale, la giustizia del lavoro. Oltre 95
mila cause, 72 mila di primo grado e 23 mila di secondo, sono attualmente
all'esame del Tribunale del Lavoro di Roma, mentre si allungano a 4 e a
9 anni i tempi medi di attesa perchè venga fissata la prima udienza
ed emessa la sentenza. Un ritardo dovuto alla carenza del numero dei giudici
del lavoro - circa 45 di primo grado e 23 in appello - che, hanno denunciato
ieri i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio, Stefano
Bianchi, Giorgio Alessandrini e Gugliemo Loj, costa allo stato italiano
circa 15 mila miliardi l' anno.
«Il livello di produttività del tribunale del lavoro è
buono - ha detto Bianchi - ma le cause sono troppe rispetto al numero dei
giudici. Ogni magistrato di primo grado deve occuparsi ogni anno di 1.846
cause, mentre uno di secondo grado ne ha circa 1.100, senza contare gli
oltre 40 mila fascicoli di contenzioso che giacciono attualmente presso
la Direzione Provinciale del Lavoro.
«Il Csm - ha continuato Bianchi - deve procedere ad un immediato
aumento dell'organico dei giudici, mentre il ministro di Grazia e giustizia
deve espletare quanto prima i concorsi per la copertura dei posti vacanti
e per l'immissione in servizio di altre unità».
«I termini della conciliazione - ha aggiunto Loj - sono diventati
fuorilegge a vanno ben oltre i 60 giorni stabiliti dalla normativa vigente».
Loj ha chiesto al Ministero del lavoro di adottare misure atte a «garantire
il funzionamento delle direzioni provinciali del lavoro, per consentire
il reale funzionamento dei filtri conciliativi, quale strumento di definizione
del contenzioso».
«I tempi di attesa della capitale - ha aggiunto Franco Coccia,
coordinatore legale della Cgil - sono uguali a quelli di Benevento e lontani
dalla media di un anno e mezzo delle città di Torino e Bologna,
dove ogni giudice si occupa ogni anno di circa 300 cause».
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