Passa il super 513, norma anti-pentiti

da L'Unione Sarda del 25.2.99

Roma Dopo quattro mesi di tentativi il Senato approva la modifica della Carta Costituzionale, pur di inserirvi la norma anti-pentiti, nota come "super 513". Con 184 voti a favore, 14 contrari e 12 astenuti, è stato approvato ieri quell'insieme di principi che rendono inservibili le dichiarazioni rese al pubblico ministero e poi non confermate in aula. Così, prima dell'articolo 112 che si compone di una sola riga («Il pm ha l'obbligo di esercitare l'azione penale») comparirà un articolo 111 allargato a dismisura per contenere quella che Polo e Ulivo chiamano norma sul «giusto processo». 
La base è il fondamento secondo cui «il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore». C'è poi una premessa: «La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge davanti a giudice terzo ed imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata». Ma non è finita. Il principio prevede anche che «la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa» a suo carico e che «disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa», che «abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore». 
I pareri contrari sono stati registrati soprattutto a sinistra. Il più duro è Elvio Fassone (Ds). «Ma quale giusto processo? - protesta - si vuole invece colpire la Corte Costituzionale che per ben due volte si è pronunciata contro una precisa scelta del Parlamento». Soddisfatto invece il leader dei Ds, Walter Veltroni che ritiene il provvedimento espressione di sincero garantismo. Lui le frecciatine polemiche le indirizza alla opposizione: «Quello che mi colpisce - sottolinea - è che da parte del Polo, finora, l'unica disponibilità che abbiamo registrato è su questo tema e non su altri, come per esempio la legge elettorale». Essendo un disegno di legge costituzionale il provvedimento passa alla Camera e fra tre mesi sarà nuovamente esaminato da Palazzo Madama che lo rimanderà a Montecitorio per il sì definitivo in quarta lettura. 
V. P.