"Toghe
sporche" non cambiano i pm
da La Repubblica del 25.2.99
di LUCA FAZZO
MILANO - Niente da fare per Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Renato
Squillante, tutti imputati di corruzione nell'inchiesta "toghe sporche"
: a rappresentare l'accusa contro di loro continueranno ad essere Francesco
Saverio Borrelli e i suoi sostituti del pool Mani Pulite. Ieri la Procura
generale di Milano ha respinto le istanze che i tre imputati - attraverso
il gruppone dei loro difensori - avevano depositato due settimane orsono
per ottenere che Borrelli e i suoi pm fossero rimpiazzati da altri magistrati,
meno pregiudizialmente ostili agli imputati.
Si tratta del secondo tentativo in questa direzione ad andare a vuoto:
già Cesare Previti aveva chiesto l'anno scorso di venire sottratto
alla "manifesta inimicizia" di Ilda Boccassini, ed anche in quel caso la
sua istanza era stata respinta.
Il nuovo tentativo era partito in contemporanea con l'udienza in cui
si deve decidere se rinviare a giudizio Berlusconi, Previti e Squillante
per le mazzette distribuite dalla Fininvest tra i magistrati della capitale.
Due i fronti su cui gli imputati avevano attaccato i loro accusatori. Una
prima istanza puntava a rimuovere dal ruolo di pm Ilda Boccassini e Gherardo
Colombo per il ruolo che i due magistrati avrebbero svolto nell'intercettazione
ambientale, in un bar di Roma, tra Squillante e il suo collega Francesco
Misiani: una intercettazione che secondo le difese non è mai avvenuta.
La seconda istanza puntava a rimuovere l'intero pool (con l'eccezione
di Gerardo D'Ambrosio) in quanto, essendo stati denunciati da Silvio Berlusconi
per attentato alla Costituzione, i magistrati milanesi sarebbero ora animati
da spirito di rivalsa nei confronti del Cavaliere.
La Procura generale ha però stabilito che l'inimicizia tra imputato
e pubblico ministero giustifica la sostituzione di quest' ultimo solo se
è precedente all'inchiesta, e non è invece frutto delle normali
tensioni che si sviluppano durante il processo. sollevare un problema di
conflittualità tra Pm e indagato per atti svolti durante le indagini.
"Studieremo le motivazioni di questo provvedimento - commenta l'avvocato
Longo, difensore di Berlusconi - che peraltro non ci sorprende".
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