«Super 513», primo sì del Senato

da Il Corriere della sera del 25.2.99

ROMA - Primo sì del Senato all'inserimento dei principi del «giusto processo» nella nostra Costituzione, che era stato uno dei punti qualificanti delle Riforme della Bicamerale sulla giustizia. Con 184 «sì», 14 «no» e 12 astenuti, l'Aula di Palazzo Madama ha approvato il cosiddetto «super 513» ovvero il disegno di legge che modifica l'articolo 111 della Costituzione, inserendo in particolare l'affermazione «il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore». 
Trattandosi di un provvedimento di riforma costituzionale, il disegno di legge passa ora all'esame della Camera e, dopo tre mesi, tornerà al Senato per la seconda lettura. Quindi la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto se si considera che come già avvenuto la scorsa settimana per il voto degli emendamenti, molti sono stati gli interventi di dissenso e molti dei «no» e degli astenuti provengono dai senatori dei Democratici di sinistra, che si sono dichiarati, a titolo personale, «contrari». Nonostante che il segretario Walter Veltroni abbia apprezzato la nuova norma perché «corrisponde ad un'esigenza di sano garantismo». 
Contrario Gian Giacomo Migone, presidente della Commissione Esteri, Elvio Fassone, magistrato, Tana De Zulueta, entrambi astenuti. Pollice verso anche da Raffaele Bertoni, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Michele De Luca, Carlo Smuraglia. Sempre a titolo personale, riserve erano venute dal Verde Athos De Luca. Voto contrario anche dal movimento di Di Pietro, l'Italia dei Valori. 
Il «super 513», ultima versione invece piace (o almeno non dispiace) ai tecnici del processo penale, avvocati e magistrati. 
Proprio per spingere ad una rapida approvazione della riforma, gli avvocati penalisti hanno confermato fino al 20 marzo l'astensione dalle udienze: lo sciopero dei legali non verrà revocato finché non sarà assicurata la corsia preferenziale al provvedimento. 
I sì sono venuti dal Polo, dai Ds, Prc, Pdci, Verdi, Udr, Svp. E anzi si può dire che l'approvazione di ieri rappresenta un primo passo di accordo tra la maggioranza e il Polo sui temi della giustizia. Giulio Maceratini ha parlato di «significativo traguardo». Per Guido Calvi (Ds) «la sentenza dalla Corte costituzionale sul 513 ha reso istituzionalmente doveroso l'intervento del governo e del Parlamento». Per Ottaviano Del Turco, presidente dell'Antimafia, e il Ccd l'Italia così è più europea. Positivo anche il commento del ministro della Giustizia Oliviero Diliberto («è un fatto politico molto importante»). Giudizio «incondizionatamente» positivo dal segretario di Magistratura democratica, la corrente di sinistra della magistratura, Vittorio Borraccetti. 
Sulla giustizia, insomma, il clima è profondamente cambiato, anche se, illustrando la pubblicazione dei risultati degli stati generali dei Ds sulla giustizia, Veltroni ha voluto sottolineare che la questione morale e la lotta alla corruzione sono ancora attuali, e per questo prima di trovare qualsiasi soluzione politica a Tangentopoli, bisogna approvare il disegno di legge anticorruzione. 
M.A.C.