Arienzo,
venti di guerra per la chiusura del carcere
da Il Mattino del 25.1.99
ROSARIA CAPACCHIONE
ARIA di smobilitazione e di trasloco coatto, voci di sciopero della
fame imminente e di proteste di massa. Dalla stessa parte, polizia penitenziaria
e detenuti, per dire no alla chiusura del carcere di Arienzo ratificata
sabato dal Provveditore regionale per l’amministrazione penitenziaria.
Nelle prossime ore partiranno per altre strutture (Salerno e Pozzuoli,
in prevalenza) le ultime donne, 18, ospiti della casa circondariale. E
fino al 15 maggio non ci sarà possibilità di ritorno. Ma
gli operatori del carcere, inaugurato nel giugno di 4 anni fa, proprio
non ci stanno. E ricusando l’accordo siglato sabato da Provveditore regionale
e i sindacati, hanno chiesto l’intervento del Guardasigilli, dei responsabili
del Dap, del Prefetto e dei parlamentari di Terra di Lavoro. A tutti hanno
inviato copia del documento redatto ieri dal personale, ribadendo la netta
«opposizione alla mobilità, sia pure temporanea» e la
ricusazione dell’accordo, esprimendo la «netta contrarietà
alla chiusura dell’istituto» contro la quale sono disposti a protestare
anche predisponendo un’assemblea permanente.
Ma cosa ha determinato la chiusura del carcere di Arienzo? La solita
coperta troppo corta, la necessità di integrare il personale del
carcere di Santa Maria Capua Vetere che dovrà vigilare l’aula bunker
durante i lavori di ristrutturazione; vigilanza che polizia e carabinieri
non sono più in grado di garantire. L’emergenza, promettono al Dap
(il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), finirà il
15 maggio, quando si concluderanno i corsi di formazione dei nuovi poliziotti
penitenziari. Ma il personale di Arienzo, già scottato da un’analoga
promessa fatta loro al momento del trasferimento del carcere femminile
di Caserta, chiede garanzie e, soprattutto, cerca di capire lo spirito
di una decisione che appare incomprensibile. La struttura di Arienzo, infatti,
è l’unica della provincia di Caserta ad ospitare detenuti di sesso
femminile. Nuovissima, all’avanguardia nel trattamento riabilitativo e
nell’assistenza, non ha mai creato problemi di sorta all’amministrazione.
D’altra parte, aggiungono i dipendenti, era possibile colmare i temporanei
vuoti di organico facendo rientrare in Campania i 15 agenti distaccati
recentemente a Milano.
Nelle prossime ore sono previste nuove assemblee del personale e incontri
con i dirigenti provinciali e nazionali dei sindacati (Cisal, Sappe e Cgil,
Cisl e Uil), con l’obiettivo di raggiungere un’intesa con il ministro Diliberto,
con il responsabile del Dap Margara, con il responsabile centrale del personale
Di Somma e con lo stesso Provveditore Brunetti che ha ratificato la chiusura
temporanea. Contro la quale, ieri, si è schierata anche la sottosezione
sammaritana dell’Anm. Il presidente, Carlo Fucci, ha infatti sottolineato
le ripercussioni, gravissime, di tale decisione sull’attività del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Pubblici ministeri e gip, ha ricordato,
già sotto organico e oberati da un carico insopportabile di lavoro,
saranno costretti a trasferte quotidiane, peraltro costosissime, per gli
interrogatori e le convalide. Le alternative possibili sarebbero le traduzioni
dal carcere al Tribunale, con un appesantimento del lavoro della polizia
penitenziaria e un conseguente azzeramento degli effetti dei trasferimenti;
o le rogatorie, con ricadute altrettanto pesanti sul lavoro dei colleghi
di Napoli o Salerno.
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