I
giudici di pace scioperano per l'indennità
da L'Unione Sarda del 25.5.99
Pochi e soprattutto malpagati. I giudici di pace dicono basta. Sciopero
dal 31 maggio al 5 giugno. Per vil moneta ma non solo. «È
una questione di principio», taglia corto Liberato Costa, il più
alto in grado. Subito due esempi, chiari chiari: la figura del coordinatore
dei giudici di pace non è riconosciuta (il che vuol dire: nessuna
indennità), la firma sui decreti ingiuntivi neanche. Vengono, infatti,
pagate soltanto le sentenze (40 mila lire l'una) e la partecipazione alle
udienze (50 mila lire). Grosso modo, ogni mese, un giudice di pace incassa
400 mila lire. Ecco perché invece dei 40 previsti in pianta organica
sono al lavoro soltanto in 23. «E alcuni stanno pensando di lasciare»,
commenta Liberato Costa prima di aggiungere, sarcastico: «Se proprio
vogliamo restare nell'ambito del volontariato, almeno abbiamo il coraggio
di dirlo apertamente. Noi siamo pensionati e lavoriamo per il piacere di
farlo. Ma c'è un limite a tutto».
In effetti il Senato, nell'approvare il disegno di legge sulla competenza
penale, aveva anche trovato una soluzione al problema delle indennità.
«Ma, alla Camera dei deputati», prosegue Costa, «la legge
si è bloccata». A farla breve, non ci sono soldi. I giudici
di pace possono lavorare e aspettare tempi migliori. A dispetto di un compito
sicuramente impegnativo. «Per fare una sentenza impiego tre giorni,
seduto al computer, a spese mie», dice ancora Costa. «Per arrivare
a 400 mila lire devo fare almeno dieci udienze al mese, il che vuol dire
un giorno sì e uno no, eccettuati il sabato e la domenica. E quando
non c'è udienza bisogna studiare le cause dell'indomani ed eventualmente
preparare le sentenze. Ci pagassero almeno i decreti ingiuntivi: quelli,
per lo Stato, non esistono proprio».
Va avanti così da quattro anni: istituito nel maggio 1995 per
alleggerire i tribunali civili, il giudice di pace ha competenza sulle
cause che non superino i tre milioni (30 se relativi a incidenti stradali)
e sui decreti ingiuntivi. Loro vorrebbero allargarsi fino alla volontaria
giurisdizione, fermo restando che la legge già concede una competenza
anche nel campo penale, ma resta ancora da fissare il limite della competenza.
Terreno contestato, questo, soprattutto dagli Ordini forensi i quali auspicano
una revisione dell'accesso alla funzione del giudice di pace.
Lo sciopero che per tutta la prossima settimana bloccherà l'attività
al quinto piano del palazzo di giustizia è stato proclamato dall'assemblea
generale dell'associazione riunitasi a Rimini alla fine di aprile. «L'attività
dei giudici di pace assorbe quasi il 40 per cento degli affari civili ed
è determinante per la soluzione dei gravi problemi della giustizia»,
si legge nel comunicato che spiega le ragioni della protesta. «Le
attese di giustizia dei cittadini sono soddisfatte dalla rapidità
e dalla produttività del servizio svolto dai giudici di pace»,
ecco perché si valuta «inaccettabile e penalizzante per i
cittadini l'atteggiamento dei rappresentanti del governo e delle forze
parlamentari».
|