Passa
alla Camera la maxidelega che riguarda anche Csm e Polizia penitenziaria
da Il Sole 24 ore del 25.3.99
ROMA — A sospendere lo sciopero dei diplomatici, ieri, è stata
la crisi del Kossovo (si sono autoprecettati); non certo il voto favorevole
della Camera al disegno di legge sul riordino delle carriere degli ambasciatori
e dei prefetti, che strada facendo è diventato ricchissimo di settori
— altre categorie di personale di Esteri e Difesa, dell’Amministrazione
penitenziaria, del Consiglio superiore della magistratura — ma povero di
stanziamenti.
Una buona sintesi delle sorti del disegno di legge rispetto alle intenzioni
(almeno per quanto riguarda le due carriere che costituivano l’obiettivo
iniziale) può essere rappresentata dalle diverse ottiche dei messaggi
del ministro degli Esteri, Dini, e del segretario generale della Farnesina,
Vattani, ai diplomatici delusi riuniti nell’assemblea del loro sindacato
(Sndmae). Vattani sottolinea lo scampato pericolo, perché sono stati
«respinti i tentativi di snaturare la carriera diplomatica»
con i concorsi o la nomina direttamente ai livelli di vertice. Il ministro
non si accontenta affatto e promette «opportuni emendamenti»
per superare «aspetti insoddisfacenti».
In attesa di approfondire i molti contenuti della mastodontica delega
legislativa (che nella migliore delle ipotesi produrrà i suoi primi
effetti nel Duemila), va ricordato che l’obiettivo di fondo, la contrattualizzazione
normativa ed economica delle carriere diplomatica e prefettizia, è
condiviso dalle due categorie. La trattativa con il ministero della Funzione
pubblica (preceduta dall’esercizio delle deleghe, entro nove mesi dall’approvazione)
stabilirà il trattamento economico di base per i diplomatici (in
totale 900) quando siano in servizio in Italia (quelli all’estero, circa
400, percepiscono lo stipendio dimezzato e un’importante indennità
di sede, estranea alla contrattazione). Il contratto si occuperà
anche degli altri profili normativi (orario compreso) e, in complesso,
non potrà eccedere gli stanziamenti previsti nella Finanziaria:
di qui il timore che aumentino le indennità ma diminuiscano gli
straordinari, con saldo zero in busta paga.
Quel che piace ai diplomatici è il mantenimento della regola
secondo cui alla carriera si accede per concorso solo al livello iniziale.
L’organico sarà accresciuto del 20% e saranno valorizzate la formazione
(stage e aggiornamenti professionali) e l’accertamento delle attitudini
fin dal concorso.
Con gli opportuni adattamenti, regole analoghe varranno anche per la
carriera prefettizia (1763 tra prefetti, altri dirigenti e funzionari direttivi)
che dovrebbe diventare un’alta burocrazia adeguata alle prospettive europee,
e in cui si accederà sempre per concorso ma anche con lauree ad
indirizzo economico. Anche in questo caso le novità formative, come
gli stage all’estero, dovranno trovare copertura nel_l’ambito delle disponibilità
già previste. Il sottosegretario al Tesoro, Macciotta, ha tuttavia
sottolineato che l’aggiornamento della pubblica amministrazione si compie
anche migliorando la qualità della spesa e non solo aumentandola.
Consiglio superiore della magistratura — L’attribuzione di un ruolo
organico autonomo al Consiglio superiore della magistratura, espressamente
previsto da una legge del ’90, è stata la questione che più
ha acceso gli animi nei giorni scorsi, in Parlamento, soprattutto a causa
di una infelice forma di pressione del personale amministrativo, che giovedì
occupò (sia pure simbolicamente) l’aula Bachelet, con la comprensione
dei consiglieri.
Il Governo aveva colto al volo la possibilità di attuare questa
riforma, presentando un articolo aggiuntivo prima in commissione (non accolto)
e poi in Aula. Ridimensionato nel numero (230 anziché 300) e nella
riserva di posti (da assoluta al 50% dell’attuale personale distaccato
dalla Giustizia) il ruolo del Csm è passato con dissensi ma senza
altri strappi.
Amministrazione penitenziaria — Anche qui un blitz riuscito, perché
con un colpo solo e a mo’ di emendamenti è passata un’attesa riforma
che riguarda sia il personale dirigente dell’amministrazione civile (soprattutto
i direttori di istituti penitenziari) e i dirigenti generali, sia lo sbocco
direttivo nella polizia penitenziaria, inattuato dal 1990.
Angelo Ciancarella
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