Ritardi nelle sentenze, errori sul lavoro. Il ministro 'bacchetta' 39 magistrati 

da Il Giornale di Sicilia del 25.3.99

ROMA. Sono 39 i magistrati finiti sotto azione disciplinare avviata dal ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto (nella foto in alto) in oltre quattro mesi di governo D'Alema. Alla base delle iniziative del Guardasigilli - che ha provocato nei giorni scorsi una presa di posizione critica da parte dell'Associazione nazionale magistrati- c'è la 'violazione dei doveri di laboriosità e diligenza, con particolare riferimento a situazioni di ritardo nel deposito dei provvedimenti giurisdizionali'. E mentre, al Costanzo show, Diliberto dice che 'la macchina della giustizia 'è inceppata, va malissimo, e forse la situazione peggiore è quella delle cause di lavoro', vengono fuori i motivi della scheda dei magistrati 'bacchettati'. Secondo il regolamento interno, infatti, i magistrati del tribunale penale hanno come termine massimo per depositare le sentenze 90 giorni che salgono a 120 per i giudici del tribunale civile. Gli orientamenti 'espressi in materia dalla giurisprudenza - si fa notare al Dicastero di via Arenula - nell'ultimo decennio hanno evidenziato come il semplice ritardo nel deposito delle sentenze e/o dei provvedimenti giudiziari in genere non possa di per se configurare l'ipotesi di illecito disciplinare, occorrendo l'ulteriore requisito della inequivoca mancanza di operosità. Solo in questo caso il ritardo appare ingiustificato e idoneo a minare la credibilità del magistrato e, di riflesso, dell'Ordine giudiziario'. Questo il quadro delle azioni disciplinari avviate da Diliberto: 27 per violazione dei doveri di laboriosità e diligenza, di cui 25 per ritardi nel deposito dei provvedimenti giurisdizionali (18 da ispezione ordinaria; 6 da segnalazioni di capi dell'ufficio; 1 da accertamento a seguito di esposto) e 2 per omesso svolgimento di attività di indagine in relazione a fatti di rilevante gravità e delicatezza. Altri 2 provvedimenti sono stati avviati dal Guardasigilli per violazione del segreto investigativo; 1 per violazione del dovere di riserbo; 4 per condotte deontologicamente scorrette in procedimenti a carico di magistrati; 5 per violazioni di norme processuali o di obblighi di vigilanza connessi alle funzioni svolte. Diliberto, a proposito degli errori di giustizia, ha affermato che 'i magistrati, che sono uomini, possono sbagliare, ma dobbiamo ringraziarli per quello che hanno fatto contro la criminalità organizzata e la corruzione'. Diliberto ha concluso ricordando che 'a volte però le ingiustizie sono frutto di una società ingiusta. E rimango tenacemente comunista perchè voglio che queste ingiustizie scompaiano'.