Il ministro Diliberto contro la partecipazione diretta

da La Gazzetta del Sud del 25.3.99

ROMA – L'Italia non formalizza lo stato di allarme rosso . Il Viminale, come sempre in momenti del genere, tace. E le Forze Armate si limitano a confermare lo stato di allarme Bravo. Ad essere però massicciamente allertati sono i nostri servizi di intelligence, per i quali queste sono ore di attività frenetica anche per attivare il maggior numero possibile di fonti confidenziali di informazioni. I molti rapporti sul rischio di possibili attacchi, che in queste ore si incrociano da un Paese della Nato all'altro, Italia compresa, sono la testimonianza di una situazione che non lascia presagire nulla di buono. «C'è un vasto scacchiere da valutare e da tenere d'occhio. Bisogna aspettarsi di tutto» dichiara un ufficiale dell'antiterrorismo. Emergenza anche negli aeroporti, con il potenziamento delle misure di prevenzione e di controllo su bagagli e passeggeri. Sono otto i Paesi coinvolti, in vari modi, nell' offensiva della Nato sui cieli jugoslavi, secondo quanto hanno riferito ieri sera a Berlino fonti britanniche. Gli otto Paesi sono: Usa, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Per quanto riguarda l' Italia finora si ha notizia di due Tornado, già rientrati alla base di Gioia del Colle, la cui missione aveva però soltanto finalità di ricognizione mirata esclusivamente alla difesa. 
Il vicepresidente del Consiglio Sergio Mattarella ha detto stasera al Senato che nell' attacco contro obiettivi serbi non è impegnato alcun velivolo italiano. Nella guerra che sta iniziando molto vicino a casa nostra non devono essere coinvolte direttamente le nostre truppe. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, nel corso del «Maurizio Costanzo Show». I Comunisti italiani dal canto loro sembrano aver trovato la strada per salvare insieme l'anima anti-interventista del partito e le sorti del governo D'Alema. La decisione sarà presa oggi dal vertice (coordinamento nazionale più parlamentari) convocato da Cossutta, ma la via d'uscita sembra già delineata: i cossuttiani minacciano l'uscita dal governo se la mozione che la maggioranza presenterà domani in Parlamento sul Kosovo prevederà un impiego di uomini e mezzi nell'intervento bellico. Lo ha detto Armando Cossutta che è stato ricevuto da Scalfaro. Se l'Italia fosse coinvolta direttamente «con propri mezzi e uomini nell'assurda guerra del Kosovo - dice Cossutta - il Pdci potrebbe ritirare i propri ministri dal governo».