La protesta degli avvocati

da Il Mattino del 25.3.99

SABINO SARNO* 
Diversamente da quanto accadde con la istituzione di nuovi Tribunali a Nola, Nocera e Torre Annunziata, l’avvio dei quali era fortemente auspicato da periferie più o meno estreme del territorio metropolitano, il solo annuncio di un probabile distacco del territorio di Portici, Ercolano e San Giorgio dal Tribunale di Napoli verso quello oplontino ha fatto trasecolare e sollevare la classe forense interessata. 
In natura è agevole, se pur con le dovute cautele e nella stagione giusta, trapiantare alberi senza arrecare loro danni irreparabili, ma diventa pericoloso farlo se le radici dei loro fusti sono profonde ed estese. 
Gli avvocati dei nostri Comuni senza alcun dubbio hanno affondato ed esteso forti radici nella Curia napoletana, nè cautele particolari, nè stagioni propizie potranno consentirne l’estirpazione senza pregiudizi gravissimi. 
Responsabilmente, il nostro presidente Landolfo ed i consiglieri intervenuti, hanno condiviso che tale autoritario trasferimento è un atto di violenza che annunzia gravi ripercussioni sociali; è un’iniziativa in danno dei Comuni «esiliati» e contro lo stesso ordine napoletano del quale questi Comuni sono stati e restano parte integrante. 
Lo sono per tradizione, per cultura, per rapporti economici e di lavoro dei suoi abitanti, per infrastrutture a forte saldatura di reciprocità, per piani di sviluppo ed emergenziali, lo sono per geografia e per congenialità etnica, quasi a ritenere che sia stata mera distrazione della storia la loro divisione municipalistica. 
Poco conta, per quanto non sia neanche sfavorevole, l’incidenza statistica e aritmetica nella delineazione dei circondari giudiziari, meno ancora i disegni politico-elettorali; quello che dovrà prevalere è invece l’insieme delle ragioni forti, quelle che appaiono meno concrete, quel contesto immateriale che impegna la sfera spirituale del sentirsi parte utile e positiva di una esperienza antica e dinamica quale è quella napoletana. 
Sarebbe sbagliato ritenere il corale risentimento dell’avvocatura locale un fatuo ed estetico attaccamento alla veste cittadina; il sollevamento e la protesta della classe forense, che non cederà, sono fedeli testimonianze, non passive, dell’irritante tentativo di lacerazione di un organico e compatto tessuto sociale da salvaguardare. 
*Associazione G. Porzio 
e consigliere comunale Portici