«Inchiesta sulla Giustizia»
da La Stampa del 25.11.99
ROMA
Continua la guerra di Francesco Cossiga sul fronte della giustizia.
Ieri il Trifoglio ha presentato un disegno di legge in cui si prevede l’istituzione
di una commissione d’inchiesta che si occupi a 360 gradi di questa materia.
Una commissione, insomma, che dovrebbe indagare sul modo in cui viene amministrata
in Italia la giustizia e anche sulla gestione dei pentiti. Quest’organismo
parlamentare, a cui non potrà essere opposto alcun segreto istruttorio,
avrà, si legge nel testo del ddl, «gli stessi poteri e le
stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria» e potrà
«richiedere copia di atti e documenti realtivi a procedimenti e inchieste
in corso». Insomma, una «proposta-bomba» che, come era
altamente prevedibile, ha scatenato le reazioni del centro sinistra. Forza
Italia, invece, ha delegato quattro suoi rappresentanti, tra cui Marcello
Pera e Domenico Contestabile, a sottoscrivere quel disegno di legge.
E’ chiaro che un ddl siffatto non verrà mai approvato, ma è
altrettanto chiaro che rappresenta l’ennesimo segnale di guerra inviato
da Cossiga all’indirizzo della maggioranza. Maggioranza che si mostra compatta
nel respingerlo. «Questa proposta - sottolinea il responsabile “Giustizia”
dei Ds Carlo Leoni - mi vede contrario. Significherebbe mettere sotto inchiesta,
da parte del Parlamento, le attività giudiziarie in corso con uno
stravolgimento evidente della separazione e dell’equilibrio tra i poteri
costituzionali». Secco anche il «no» dei popolari, che
muovono rilievi analoghi a quelli diessini. Il responsabile Ppi del settore,
Pietro Carotti, critica quello che vede come «un vistoso atto d’interferenza
con le indagini in corso». «Si rischia così - osserva
- di creare confusione sulla divisione dei poteri». Contrario pure
il responsabile Giustizia dei Verdi, Luigi Saraceni, secondo il quale la
proposta cossighiana «è di fatto una dichiarazione di guerra
contro i magistrati». E Antonio Di Pietro incalza: «Questa
proposta è una aberrazione».
Negativa, ovviamente, la reazione dei cossuttiani. Il presidente dei
deputati Tullio Grimaldi è convinto che quella commissione d’inchiesta
«significherebbe la fine della giustizia in Italia». Contrario
anche l’Udeur di Clemente Mastella, il cui capogruppo alla Camera, Roberto
Manzione, boccia quella che definisce l’«ennesima provocazione di
Cossiga che ha di nuovo preso il piccone per demolire un’altra istituzione».
Ironica la replica dell’ex capo dello Stato al «giovane Manzione»:
«Comprendendo la sua preoccupazione di carattere elettorale - osserva
sarcastico Cossiga - mi sono premurato di segnalare per iscritto all’amico
Veltroni e all’amico D’Alema lo zelo dimostrato da Manzione nello schierarsi
immediatamente sulle posizioni dei Ds. L’ho segnalato per un collegio sicuro
alle prossime elezioni. Se l’è meritato».
Il Polo, eccezion fatta per Forza Italia, mostra un certo scetticismo
nei confronti del disegno di legge presentato dal Trifoglio. Il Ccd Marco
Follini ritiene che «sarebbe utile e, soprattutto, doveroso accendere
i riflettori parlamentari sulla giustizia». Ma poi aggiunge: «Certo,
in questi mesi abbiamo visto troppe commissioni andare e venire e poi perdersi
nella nebbia». Attendista la posizione di Alleanza nazionale che
con Adolfo Urso fa sapere di voler «capire» bene i motivi di
quella proposta prima di pronunciarsi».\
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