Cossiga insiste: Caselli vada via 

da La Repubblica del 25.10.99 

di GIANLUCA LUZI 
ROMA - "Non ho mai chiesto la testa degli amici Jervolino e Diliberto, io ho solo chiesto, non la testa ma l'ufficio di Giancarlo Caselli. Chiedo scusa quindi del misunderstanding ai due ministri". Francesco Cossiga smentisce di aver chiesto le dimissioni dei ministri dell'Interno e della Giustizia, ma conferma le dure critiche all'ex procuratore di Palermo e non rinuncia ad attaccare di nuovo il segretario dei Ds Veltroni dopo le dichiarazioni seguite all'assoluzione di Andreotti. "Non c'è - ha affermato Cossiga intervistato dal Gr3 - alcun linciaggio dei procuratori antimafia. Caso mai vi è una critica severa della procura della Repubblica di Palermo. Non mi sembra che nessuno stia linciando, ad esempio, l'amico Vigna o i procuratori antimafia di altre parti d'Italia. Il dottor Caselli - insiste Cossiga - è il responsabile della gestione dei pentiti del processo Andreotti nel modo scandaloso nel quale è stata fatta. Possiamo affidare al dottor Caselli la gestione del Dipartimento dei penitenziari, che è competente anche per quanto riguarda la gestione logistica, ma noi sappiamo che cosa può mai essere la gestione logistica dei pentiti?".
Andreotti aveva parlato di un suggeritore dietro le dichiarazioni dei pentiti, ma Cossiga non crede "che ci sia stato un suggeritore nel senso di una persona fisica. Vi è stato più di un suggeritore che ha costituito un particolare ambiente politico creando una situazione, non soltanto nei confronti dell'onorevole Andreotti, ma anche di altri, con una sorta di kermesse di giudizio politico attraverso gli strumenti della giustizia". E al presidente della Camera Violante, che ha invitato a non confondere il piano politico con quello giudiziario, Cossiga risponde: "Ho una grade stima dell'onorevole Violante, dico solo che molte cose sarebbero state risparmiate se questo invito lui lo avesse rivolto prima".
Quanto alle conseguenze politiche della sentenza di Palermo Cossiga invita ad una riflessione e lancia una frecciata a Veltroni: "Salvo alcune frange di tremuli ex dc i quali per qualche seggio in più regalato dalla sinistra hanno taciuto nei confronti di Andreotti, io credo che questa sentenza dovrà far meditare tutta la classe politica italiana. Sono addolorato profondamente delle cose dette da Veltroni che sono giustificabili solo per il suo basso livello intellettuale e per il fatto che un ragazzino sia arrivato in modo immaturo alla guida di un grande partito". 
Queste vicende - conclude Cossiga - devono far meditare tutti sulle carenze del nostro sistema giudiziario "perché non possiamo affidarci al grande coraggio di giudici come quelli di Perugia o di giudici come quelli di Milano per tollerare torture giudiziarie come quelle che sono state inflitte per sei anni al senatore Andreotti".
Di Caselli parla anche Maurizio Gasparri. "La sinistra - prosegue il vicepresidente dei deputati di An - rifletta sulle sue sconfitte che quasi in maniera simbolica si verificano contemporaneamente sul fronte politico con l'evaporazione di D'Alema e sul fronte della sinistra giudiziaria con il fallimento del processo palermitano imbastito da Caselli e Violante".