Nelle
segreterie si aspettano ancora i rinforzi
da Il Sole 24 ore del 26.4.99
Una vita tormentata per un giudice che tutto sommato funziona. È
così che si può riassumere la situazione delle commissioni
tributarie istituite dopo l'entrata in vigore della riforma nell'aprile
del 96. Il numero dei ricorsi definiti da parte delle Ct ne fanno forse
l'unico giudice con un saldo attivo.
«Si poteva fare ancora di più», dice Antonio Martone,
segretario del_l'Anm e componente del Consiglio di presidenza della giustizia
tributaria, «se non avessimo avuto il problema di una carenza strutturale
di organico del personale di segreteria». Buona, secondo Martone
anche la qualità del lavoro delle Commissioni, se si considera il
numero limitato di impugnazioni rispetto alle sentenze emesse. «Il
problema si pone adesso per la Cassazione continua il magistrato dove
nel primo trimestre del 99 sono arrivati circa 2mila ricorsi dalle commissioni
tributarie e nel corso dell'anno dovrebbero diventare 7mila. Perciò
si parla di istituire una sezione specializzata anche presso il giudice
di legittimità. Data la mutevolezza della legislazione tributaria
occorre fornire orientamenti giurisprudenziali, per i cittadini e per le
Ct, in tempi rapidi».
Il problema del personale delle segreterie viene sollevato anche da
Giovanni Rosso, del_l'Unione nazionale dei giudici tributari e componente
del Cpgt. «Il numero ridotto di dipendenti delle commissioni, crea
problemi anche per gli strumenti di deflazione del contenzioso come il
giudice unico per le cause minori. Il numero delle cause trattate per udienza
non aumenta perché il personale si oppone, e perciò il giudice
unico sottrae cause al collegio e questo tradisce lo spirito della legge,
oltre a creare conflitti tra i componenti che possono giudicare singolarmente
e quelli che non possono, anche dal punto di vista economico per via del
fatto che il compenso è variabile».
Una riduzione strutturale del contenzioso però, con il tempo,
potrebbe portare a una riduzione dell'organico delle commissioni, è
questo il motivo per il quale non è stato ancora varato il concorso
per i posti vacanti. Oltre ai motivi ordinari, a ridurre i giudici delle
commissioni c'è anche la vicenda delle incompatibilità: dei
circa 200 casi già risolti dal Consiglio di presidenza, tre quarti
sono stati risolti con la decadenza degli interessati.
«Occorre anche considerare che non sappiamo ancora se nel prossimo
futuro afferma Martone il fenomeno delle "cartelle pazze" produrrà
un nuovo incremento delle liti. La riduzione delle cause, però,
per il momento deve portare a un incremento delle retribuzioni dei giudici.
Abbiamo chiesto al ministero un compenso variabile di 120mila lire per
ogni provvedimento definito». In una dichiarazione di qualche tempo
fa, l'allora presidente del Cpgt Michele Cantillo, sottolineò che
anche per il personale delle segreterie bisognava porsi il problema di
un ruolo autonomo, anche se c'è chi per esempio il coordinamento
del personale organizzato da Enzo Priore rivendica il passaggio alle
dipendenze del ministero della Giustizia.
«Il primo appuntamento deve essere l'istituzione in tempi rapidi
delle sezioni staccate delle commissioni regionali». È questo
il punto dal quale parte il sottosegretario del ministero delle Finanze
Ferdinando De Franciscis, secondo il quale «occorre che l'amministrazione
completi al più presto l'esame della bozza di disegno di legge sulla
riforma organica del contenzioso perché possa essere presentata
al Governo e quindi al Parlamento».
Nella lista delle richieste di Giuseppe Marinucci, presidente del_l'Associazione
nazionale dei giudici tributari, «c'è da dare al più
presto una sede al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (che
al momento è ospitato presso il ministero delle Finanze, ndr). Lorgano
di autogoverno quest'anno ha ottenuto l'autonomia contabile, ma bisogna
anche dare un segno evidente dell'autonomia e dell'imparzialità
dei giudici tributari».
Per Grazia Ciarlitto, presidente della Confederazione unitaria dei
giudici tributari, «occorre parificare i giudici "togati", i magistrati
di professione, e i giudici liberi professionisti, in modo che tutti possono
accedere agli incarichi direttivi all'interno delle commissioni».
Antonio Criscione
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