In
carcere ma senza inutili pene
da Il Manifesto del 26.2.99
STEFANO ANASTASIA
E' un progetto antico, quello di un Osservatorio nazionale sulle condizioni
di detenzione, che ha molti illustri o estemporanei precedenti. Buoni ultimi,
ci proviamo anche noi. Dopo un anno di gestazione - fatto di elaborazione
di materiali, richieste di autorizzazioni, formazione degli operatori -
da questa settimana una trentina di volontari gireranno per le carceri
per raccogliere informazioni sulle condizioni di vita dei detenuti e sul
modo in cui vengono espiate le pene in Italia. Lo faremo a partire da un
questionario che in questi giorni abbiamo inviato per conoscenza a tutti
i direttori degli Istituti penitenziari, ai Presidenti dei Tribunali di
sorveglianza, ai dei Centri di servizio sociale per adulti. Lo faremo a
partire dal contatto diretto con gli operatori e con i detenuti. Non c'è
ovviamente in questa nostra iniziativa alcun intento inquisitorio verso
l'amministrazione o il personale che ha il grave compito di gestire una
struttura complessa quale il carcere. Piuttosto nasce dalla convinzione
che il miglioramento delle condizioni di detenzione e il rispetto dei diritti
delle persone detenute debbano essere oggetto di un lavoro preventivo,
di conoscenza, di informazione e di sensibilizzazione di chi vive e lavora
negli Istituti penitenziari così come di quel mondo esterno che
tra paure e rancori pensa il carcere come altro da sé, qualcosa
in cui rinchiudere tutti i mali del mondo, rovesciando il mito di Pandora
che dal vaso li lasciò andare liberi per il mondo.
Il carcere più umano di cui il ministro Diliberto è sostenitore,
difendendo la legge Gozzini e promuovendo protocolli d'intesa per sviluppare
le alternative alla detenzione, non può che essere un carcere trasparente,
in cui ai detenuti non sia tolto nulla di più e nulla di meno che
la loro libertà di movimento, in cui siano garantiti i diritti fondamentali
alla salute, all'istruzione, alle relazioni interpersonali, ai rapporti
affettivi, in cui siano promosse occasioni di reinserimento sociale, promozione
del lavoro e formazione professionale. In questa direzione si muove la
proposta di legge da noi elaborata per la istituzione di un difensore civico
delle persone private della libertà personale. Con questo spirito,
dai prossimi giorni saremo nelle carceri italiane, per conoscere e per
capire, e per poter poi raccontare, in un Rapporto sulle condizioni di
detenzione, qual è la realtà della situazione detentiva,
verso quali modelli va l'esecuzione penale dietro le mura di un carcere.
* presidente nazionale di Antigone
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