Palermo,
la procura va avanti senza avvocati
da Il Messaggero del 26.2.99
ROMA - La procura della repubblica di Palermo scende in campo contro
lo sciopero proclamato dagli avvocati per sollecitare la modifica dell'art.
513 del codice di procedura penale. Ieri, in apertura dell'udienza del
processo a Giulio Andreotti, il pm Guido Lo Forte ha chiesto al presidente
del tribunale, Francesco Ingargiola, di proseguire egualmente il dibattimento
nonostante la protesta dei penalisti.
Una richiesta analoga è stata avanzata negli altri processi
in corso di svolgimento. Il procuratore aggiunto di Palermo ha chiesto
inoltre la trasmissione del verbale d'udienza al suo ufficio, affinchè
vengano informati il presidente della Repubblica, «anche nella sua
qualità di presidente del Csm», i presidenti di Camera e Senato
e il ministro di Grazia e giustizia. Lo Forte, pur senza entrare nel merito
della protesta dei penalisti e dei motivi che l'hanno determinata, contesta
«l'inammissibile durata dello sciopero» che violerebbe i principi
sanciti dalla Corte costituzionale sull'interruzione dei servizi essenziali.
Il presidente del tribunale ha accolto la richiesta dell'accusa, disponendo
la prosecuzione del dibattimento e sollecitando l'ordine degli avvocati
a nominare un difensore d'ufficio per Andreotti. La prossima udienza è
stata fissata per il 4 marzo prossimo.
A Firenze, invece, lo scenario è stato diverso: procura contro
e tribunale a favore, sull'astensione degli avvocati penalisti dalle udienze.
Ieri infatti i due pm dei processi da celebrarsi davanti alla prima e alla
seconda sezione del tribunale penale di Firenze si sono opposti al rinvio
richiesto dai legali per due udienze a causa dello sciopero. Secondo la
procura, la protesta così come indetta non sarebbe conforme a quanto
stabilito dalla Corte costituzionale nella sentenza 171 del '96 in materia
di astensione collettiva dall'attività giurisdizionale. Il pm Luigi
Bocciolini, pubblica accusa davanti alla seconda sezione del tribunale,
ha chiesto al collegio anche la trasmissione degli atti.
Proprio la prima sezione del tribunale però, sempre ieri, decidendo
in merito alla richiesta presentata da altri avvocati, ha dato ragione
ai legali, ritenendo l'astensione legittima alla luce della sentenza della
Corte costituzionale del '96. La prima sezione non ha poi dato seguito
alla richiesta del pm Bocciolini perché l'udienza è stata
comunque rinviata per altri motivi e gli avvocati non hanno dovuto formalizzare
la loro astensione.
Nelle Marche infine è prevalsa la linea dura palermitana: «Lo
sciopero degli avvocati non è un impedimento legittimo per lo svolgersi
del processo». Con questa motivazione il Tribunale di Ancona ha accolto
la richiesta del pubblico ministero Paolo Gubinelli di tenere regolarmente
l'udienza del processo sulle presunte tangenti pagate per alcune discariche
marchigiane, tra cui l'Ipgi di Ascoli Piceno, nonostante l'assenza di quasi
tutti i legali aderenti allo sciopero in corso per il «giusto processo».
Il pm aveva sottolineato l'urgenza del procedimento, per il pericolo che
i reati cadessero in prescrizione. Il «braccio di ferro» indiretto
tra il pubblico ministero e gli avvocati si è poi risolto con il
rinvio dell'udienza deciso dal Tribunale, che ha così respinto la
richiesta di trasmissione degli atti avanzata da Gubinelli per valutare
un eventuale ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio da parte
dei legali.
S.G.
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