Giudici di pace sul piede di guerra

da Il Messaggero del 26.1.99

di CRISTIANA VALLARINO
«Causa assenza dell’impiegata, l’ufficio dei giudici di pace resterà chiuso». Così avvisava, ieri mattina, un cartello affisso sulla porta d’ingresso al primo piano dello stabile al 30 di via dei Colli. Un modo come un altro per comunicare lo sciopero dei giudici di pace che durerà, ha spiegato il loro coordinatore consigliere Francesco Vigorita, «finché da tribunale o pretura non ci venga assegnato un sostituto per l’impiegata malata».
In realtà, la protesta dei giudici era stata annunciata, oltre che al presidente del tribunale, pure al Ministero di grazia e giustizia: l’assenza dell’impiegata addetta, fra l’altro, al ricevimento dell’utenza è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, aggravando in modo insostenibile la già critica situazione del personale. Il quadro lo dipinge il  coordinatore Vigorita. «I giudici dovrebbero essere 8, ma siamo 6 perché due si sono dimessi nel corso degli anni (a maggio, con il rinnovo degli incarichi le vacanze dovrebbero venir coperti da altrettanti magistrati o avvocati in pensione, ndr) - spiega -. La pianta organica poi prevede: 1 cancelliere dirigente di ottavo livello, 2 assistenti giudiziari, 2 operatori giudiziari, 1 dattilografa e 2 commessi. Il cancelliere non c’è: una volta alla settimana ne viene uno dal tribunale per svolgere tutte quelle attività che non possono svolgere gli assistenti. Ma se il cancelliere ”supplente” è malato (per esempio la scorsa settimana) non viene nessuno. Di due, avevamo solo un’operatrice, che però ora è assente per malattia. Mentre da tre anni e mezzo la dattilografa è in permesso maternità. Avevamo pure due commesse: una è stata già trasferita, l’altra, quella ora malatta, lo sarà presto». Una curiosità: la dattilografa è ora in aspettativa (nove mesi, fino a giugno) senza stipendio dato che il ministero, gliela ha concessa accettando la motivazione che la sua bambina è refrattaria alle baby sitter. 
«Nonostante - aggiunge Vigorita che ha vibratamente, quanto inutilmente, protestato presso il ministero - avessi fatto presente la nostra situazione mi è stato replicato che la mia motivazione non era sufficiente, in quanto il posto in organico è comunque presente».
L’ufficio dei giudici di pace era partito alla grande e avrebbe tutte le carte per poter davvero sveltire e smaltire il lavoro della giustizia. 
A patto che gli siano forniti gli strumenti per farlo. Fra cui anche il regolamento ( questo è un problema nazionale, però) che permetta di applicare la legge che gli assegna competenza pure per quei reati penali minori punibili alternativamente con reclusione o multa. E sarebbe una svolta, dato che ora queste cause vanno in gran parte in prescrizione per i tempi epocali della giustizia ordinaria.