«Il Csm difenda i pm». E il plenum si spacca

da Il Mattino del 26.11.99

RENATO POGGI 
Un plenum strordinario del Consiglio superiore della magistratura (presenti Ciampi e Diliberto) per tutelare la dignità dei magistrati rispetto agli attacchi rivolti loro dai politicie, ma anche per respingere la commissione di inchiesta sulla malagiustizia proposta da Cossiga che avrà come effetto «lo sterminio morale dei Pm»: a chiedere un intervento «solenne» del Csm è stato il gruppo del Movimento per la giustizia, una delle due correnti di sinistra dell'Associazione nazionale magistrati. La proposta, che ha scatenato una violenta polemica all’interno del Csm e nel mondo politico, è stata avanzata dal consigliere Armando Spataro, ex pm a Milano. 
Quella di Cossiga, secondo Spataro, «è un'iniziativa punitiva, una clava, un coltello alla gola che produce lo sterminio morale dei pm e getta luci sinistre sul senso di recenti accordi politici» che ha anche ricordato che l'ex capo dello Stato «è conosciuto per aver mandato i carabinieri al Csm per impedire che il plenum discutesse della massoneria». Poco prima Spataro aveva elencato puntigliosamente le aggressioni subite di recente dalla magistratura: gli attacchi per la sentenza Andreotti, per il «caso Craxi», le offese a Caselli e al gip di Milano La Bianca, «reo di aver rinviato a giudizio Silvio Berlusconi». Un quadro preoccupante, ha detto Spataro, di fronte al quale «le massime istituzioni dello Stato tacciono»: tace il Capo dello Stato, tace il presidente del Consiglio dei ministri, tace il ministro della Giustizia». 
Un intervento che ha suscitato le reazioni contrarie di Unicost e Magistratura Indipendente, Polo e la maggior parte dei laici del centro-sinistra. Michele Vietti, laico del Ccd, ha parlato espressamente di un «colpo di mano» e di uno «show» di Spataro. Mario Serio, di Forza Italia, criticando le parole di Spataro, ha espresso «deferenza e solidarietà» al capo dello Stato. Mentre Ettore Ferrara (Unicost) si è richiamato al regolamento del Csm per criticare la procedura seguita. Sul metodo ha preso le distanze anche il gruppo di Magistratura democratica, che pure denuncia la «violentissima campagna» contro giudici e Pm anche attraverso la Commissione proposta e riafferma il proprio impegno perchè il Csm intervenga «a tutela dei magistrati ingiustamente vilipesi»; un obiettivo a cui «non servono comizi o iniziative improvvisate». 
Chiamato direttamente in causa Francesco Cossiga ha prontamente replicato: «Ho troppa stima di Ciampi e Diliberto per poter solo immaginare che si lascino trascinare in una siffatta avventura. O che anche solo la permettano». Cossiga difende la sua proposta di legge Viene di fatto contestata - prosegue il senatore a vita - la sovranità e la supremazia parlamentare ed il diritto del parlamento di compiere inchieste di natura legislativa e non certo ”giudiziarie” sullo stato della giustizia: invocare la divisione dei poteri è semplicemente una stupidaggine. Con l'inchiesta infatti non si vuole certo giudicare alcun magistrato né annullare o riformare alcun atto di giurisdizione». Cossiga, poi, mette nel mirino Spataro. «Le indicazioni delle supposte offese alla magistratura, contenute nell'elencazione di tale ignoto magistrato Spataro (o e anche questa una offesa alla magistratura?) È - afferma l’ex Capo dello Stato - la negazione assurda del diritto del cittadino in democrazia di criticare gli atti della giurisdizione o quella dei magistrati». 
«L'idea di convocare il Csm per sindacare, alla presenza del presidente della Repubblica e del ministro della Giustizia, le critiche ad alcuni magistrati e ad alcuni atti di giurisdizione, e non alla magistratura o alla giurisdizione nel loro complesso, e delegare un diritto sovrano del parlamento, rientra nel concetto del Csm quale organo di governo politico ed è ritenere che il Capo dello Stato e il ministro della Giustizia possano associarsi ad una iniziativa che sarebbe di gravità istituzionale inaudita e che comporterebbe la loro specifica responsabilità costituzionale e politica». 
Cossiga oltre che sui temi della giustizia e delle costituende commissioni d’inchieste, è anche ritornato, in una intervista al settimanale «Espresso», sui suoi rapporti con il premier che definisce «un avversario». «Perchè non mi capisce. Si è fatto impressionare dai disegni politici di Veltroni e crede di poterli padroneggiare. Ha avuto - sottolinea Cossiga - poca fiducia nel disegno comune. Tra il suo progetto, quello di Veltroni e quello di Prodi, che è un vero centrista come me, vincerà Walter». Giudizi anche sugli altri leader: Berlusconi («È permaloso. È un bersaglio che mi ispira molto»), Prodi («È più a destra di me, però appare più a sinistra»), Amato («Gioca di fioretto, ma in politica bisogna usare lo spadone»), Cuccia («Con lui parlo di filosofia: è sempre più avanti di me»), Romiti («Mi spiega le fusioni assicurative e bancarie») e Fazio («Dialoghiamo di religione e ascolto i suoi progetti»).