Il giudice di pace: «Io, dalla toga alla coperta»

da Il Mattino del 26.11.99 

MARCO DI CATERINO 
Dalla toga alla coperta di lana. Manca il gasolio per i termosifoni e il giudice di pace di Afragola, Marco Dulvi Corcione, raffreddato e influenzato, ha presieduto le udienze del giovedì indossando un pesante plaid di lana. Un rimedio di vecchio stampo, contro gli spifferi di una vetrata e il freddo pungente della sua aula, ricavata dai locali che fino a qualche anno fa ospitavano una scuola materna. 
Il giudice conciliatore, che si è costruito fama di magistrato severo e di autore di sentenze innovative, prima di iniziare le udienze delle circa venti cause iscritte a ruolo, si è scusato con avvocati e il pubblico per l'insolito abbigliamento, l'unica difesa possibile, contro il freddo pungente di questi giorni. 
«L'ufficio del giudice di pace di Afragola è allo sfascio», ha commentato senza mezzi termini il coordinatore dei magistrati conciliatori Giovan Battista Formato, con cappello e una pesante sciarpa di lana sotto l'impeccabile loden - e quello del riscaldamento, è solo l'ultimo problema in ordine di tempo». Un giudice «sotto coperta» per una «giustizia minore» allo sfascio. Piccolo, insufficiente, con un unico corridoio dove stipati come sardine avvocati e pubblico aspettano l'inizio delle udienze, l'ufficio del giudice di pace di Afragola è davvero sull'orlo di un collasso strutturale. 
Pavimenti sconnessi, con i topi che girano indisturbati nel cortile, ladri che invece girano negli stessi uffici a caccia di telefonini e borse dei legali e frugano nelle auto in sosta nel cortile. Un vero e proprio porto di mare, dove chiunque può entrare di giorno e di notte, senza misure di protezione. 
«Non è stata una provocazione - ha commentato Marco Dulvi Corcione al termine di un massacrante tour di udienze - ma quella della coperta è stato davvero l'unico modo di riparsi dal freddo, visto che il gasolio per il riscaldamento manca da tempo e l'inverno è giunto con notevole anticipo». Poi un secco no comment sulle evidenti carenze strutturali nelle quali è costretto a lavorare. 
«Abbiamo circa 120 processi in media al giorno - dice il ancora il coordinatore dei giudici di pace - che devono essere celebrati in un'ala di questo edificio che ospita anche alcune sezioni di scuola materna. E già questa sistemazione è scandalosa. Se a ciò aggiungete che tutte le nostre richieste vengono sempre disattese, avete l'esatta idea di quali "coperte" abbiamo bisogno». 
Una giustizia "minore" senza futuro. Con la vecchia pretura soffocata dagli stessi problemi, e con la nuova cittadella della giustizia, i cui lavori sono fermi da anni, e con la nuova riforma del giudice unico, nella quale sono state allargate anche nel penale le competenze dei giudici di pace, l'ufficio dei "conciliatiori" è destinato al collasso. Una prospettiva che spaventa i giudici di pace di Afragola, che a tante carenze, devono fronteggiare anche quella dell'organico.