Casse, bilanci in libertà
vigilata
da Il Sole 24 ore del 26.11.99 ROMA — Una riserva legale rapportata alle prestazioni correnti moltiplicate per cinque e un bilancio tecnico, compilato ogni tre anni, con una previsione attuariale riferita a 40 anni. Sono le principali prescrizioni che il ministro del Lavoro, Cesare Salvi, ha fornito alle Casse privatizzate dei professionisti («Il Sole-24 Ore» di ieri). Il ministro con una lettera del 4 novembre ha dettato alcuni parametri che devono essere rispettati per la formazione dei bilanci tecnici sia degli Enti privatizzati (decreto legislativo 509/94) sia delle nuove Casse (decreto legislativo 103/96). «Il bilancio tecnico — scrive il ministro — dovrà contenere anche una proiezione, sia per un periodo di 15 anni (come previsto dalla legge 335/95) che di 40 anni (ai fini di uno studio tendenziale del fenomeno) delle principali voci di conto economico e di stato patrimoniale nonché dei relativi saldi e del numero e dell’importo medio delle pensioni vigenti e liquidate, suddivise per tipologia e per categoria assicurata». Per lo stesso periodo di riferimento vanno indicate l’aliquota di equilibrio media o quelle annue di equilibrio. Per i soli Enti privatizzati — continua la circolare — si dovrà fare il confronto, su base annua, del patrimonio netto alla fine dell’anno con la "riserva legale", calcolata nella misura di cinque annualità delle pensioni pagate nel 1994. In parallelo, si dovrà raffrontare con il patrimonio netto la riserva "formata" dalle prestazioni correnti moltiplicate per cinque. La circolare contiene altri paletti: l’aumento annuo dei redditi prodotti dovrà essere contenuto entro l’1,5% e la redditività del patrimonio, al netto degli oneri finanziari, non potrà essere superiore al tasso annuo di inflazione, maggiorato del 2,5% (fatte salve documentate eccezioni). «I controlli — afferma Maurizio de Tilla, presidente Adepp, l’associazione delle Casse — devono essere contenuti nei limiti previsti dalle leggi e non possono essere concepiti come un mezzo per comprimere l’autonomia riconosciuta agli Enti dal legislatore». L’indicazione per proiezioni a 40 anni, spiega de Tilla, «è in contrasto con le norme e tende a rappresentare un quadro sostanzialmente peggiorativo dell’equilibrio finanziario degli Enti, proprio mentre la privatizzazione sta dando ottimi risultati sul piano dell’efficienza e della redditività di gestione, con un incremento del patrimonio complessivo degli Enti che si aggira sul 50%». «La circolare — afferma Alberto Meconcelli, presidente della Cassa dei dottori commercialisti — è improntata a una visione burocratica. Che senso ha richiedere un bilancio tecnico proiettato a 40 anni quando oggi ci sono strumenti di monitoraggio che consentono di tenere sotto controllo in tempo reale i dati finanziari?». La Cassa avvocati e quella dei dottori commercialisti — continua Meconcelli — stanno testando un sistema informativo che permetterà di monitorare in modo costante i flussi finanziari, verificando eventuali scostamenti, correndo al riparo in caso di situazioni anomale. Gli Enti privati, secondo i relativi vertici, dispongono di meccanismi di rettifica in base all’andamento delle variabili demografiche ed economiche: possono cioè agire su aliquote contributive e prestazioni. Già ora molte Casse hanno elevato il periodo di riferimento per calcolare le pensioni. Per Gabriele Cescutti, presidente Inpgi, l’Istituto dei giornalisti, non è il caso di «drammatizzare. Si tratta di misure di cautela di cui cercheremo di tener conto l’anno prossimo nel fare il bilancio tecnico per la gestione principale. In ogni caso, vigileremo in sede Adepp perché si tratti effettivamente di indicazioni prudenziali e non punitive nei confronti delle Casse». Maria Carla De Cesari Marco Libelli
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