Una mina per la sopravvivenza degli Enti 

da Il Sole 24 ore del 26.11.99

ROMA — La ridefinizione del sistema delle riserve potrebbe mettere in seria difficoltà molti enti di previdenza privatizzati. Istituti come Inpgi (giornalisti), Inarcassa (ingegneri) ed Enpav (veterinari) potrebbero trovarsi improvvisamente a non poter rispettare i nuovi parametri, che prevedono un fondo di garanzia pari a cinque annualità dell’ammontare delle pensioni correnti. È quanto emerge elaborando i dati raccolti dalla Commissione bicamerale di controllo con il modello unico di analisi dell’attività degli enti previdenziali (si veda la tabella a fianco).

Con le regole in vigore — cioè una riserva pari a 5 volte le pensioni erogate nel ’94 — i più sofferenti sono la cassa dei notai e l’Enpacl (consulenti del lavoro). Per gli altri enti la situazione è fondamentalmente positiva: il dato positivo più basso è quello dell’Inpgi, per il quale comunque la riserva supera del 18% il parametro richiesto. Per gli altri istituti di cui si hanno a disposizione i dati questa percentuale non scende al di sotto del 40%, con punte (per i commercialisti) del 495 per cento.

Il nuovo sistema farebbe cambiare radicalmente la situazione. Prendendo in considerazione i risultati ottenuti dalle varie casse nel ’98, le regole rinnovate — secondo una proiezione effettuata dal Sole-24 Ore — porterebbero ad ampliare il numero di istituti che non sono in grado di assicurare la riserva tecnica. L’Inpgi e l’Enpav si troverebbero ad avere oltre l’11% in meno del parametro, l’Inarcassa il 2,8%; per le altre che già si trovavano in situazione difficile, le cose peggiorerebbero.

Naturalmente, non per tutte le casse i conti andrebbero male. I dottori commercialisti e i geometri, ad esempio, dovrebbero affrontare un esborso non indifferente, ma ampiamente coperto. I primi, in particolare, manterrebbero una riserva che è quasi quattro volte la spesa sostenuta per le pensioni. E per gli avvocati si giungerebbe a un sostanziale pareggio.