Per i documenti è pronto l’addio alla carta 

da Il Sole 24 ore del 26.10.99

MILANO — Davanti a una platea di imprenditori e professionisti lo staff di Visco ha scoperto le carte su alcuni provvedimenti attesi da tempo dai contribuenti. Così ieri, nell’ambito del convegno organizzato da Asslombarda per fare il punto sulla riforma fiscale, è arrivato un annuncio che non potrà non essere gradito da parte di tutti coloro che si trovano a dover fronteggiare la mole cartacea dei documenti contabili da conservare ai fini fiscali. 

Al ministero delle Finanze è infatti ormai pronto il testo del regolamento che rappresenterà una nuova tappa dell’offensiva contro la carta che sommerge gli uffici pubblici e privati. Il provvedimento fissa i criteri per l’archiviazione ottica della documentazione secondo quanto previsto dall’articolo 7 bis della legge 489/94, che convertì il decreto legge n. 357. Rispetto alla legge 537/93, che determina la disciplina di cornice permettendo la generica possibilità per la pubblica amministrazione e i privati di sostituire i documenti e le scritture contabili con la riproduzione fotografica, il regolamento introduce disposizioni di dettaglio.

Ed era almeno da due anni che il provvedimento era atteso. Da quando nel ’97 una delibera dell’Aipa (l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione) aggiornò i criteri per conservare gli atti pubblici e privati su supporti informatici. Da allora caddero tutti gli ostacoli che avevano frenato il decollo delle nuove regole. Circolarono bozze del provvedimento, ma non si arrivò mai al varo definitivo.

Fare anticipazioni sui contenuti è difficile ma precedenti indicazioni delle Finanze prevedevano che la distruzione dei supporti cartacei archiviati su strumenti ottici diventasse possibile solo dopo tre anni. Inoltre, nel caso venga disposta una verifica tributaria negli uffici di un contribuente che abbia deciso di utilizzare strumenti tecnologicamente più avanzati per l’archiviazione, dovrà sempre essere garantita la presenza di un tecnico addetto al sistema elettronico.

Ma ieri sono arrivate anche altre sollecitazioni analoghe a quelle dei vertici dell’amministrazione finanziaria. E questa volta dal mondo dei professionisti. I dottori commercialisti hanno infatti messo sul tappeto il problema della conservazione della documentazione che il Fisco impone loro. Un caso che si fa particolarmente spinoso nel momento della trasmissione dello studio ma, soprattutto, nel caso della chiusura. Un modello per la soluzione potrebbe essere rappresentato dai notai e dal loro archivio. E Visco, che è parso colto alla sprovvista, ha comunque sottolineato che il ministero si darà da fare per trovare una soluzione.

Giovanni Negri