Carnevale: rivoglio il mio posto
da La Stampa del 26.10.99
ROMA
ASPETTAVA questo momento dal 1993. Da quando fu incriminato dalla magistratura
napoletana per «concorso in interesse privato» nella svendita
della flotta Lauro. Dopo quasi sette anni Corrado Carnevale, da alcuni
ribattezzato il «giudice ammazza sentenze», è ritornato
a sorridere. «Quando - commenta - per Andreotti tutti si strappano
le vesti sull’inaccettabile lunghezza del processo. Per lui addirittura
è stata sostanzialmente resuscitata l’abrogata formula dell’assoluzione
per insufficienza di prove. Per me, invece, nessuno si è mosso;
per essere riconosciuto innocente con formula piena, ho dovuto subire un
vero e proprio calvario, è stata un’ingiustizia».
Carnevale, 69 anni, può finalmente togliersi qualche sassolino
dalle scarpe. Ieri pomeriggio nella sua casa nel quartiere Monte Mario
a Roma ha ricevuto la notifica del provvedimento con cui il Consiglio Superiore
della Magistratura ha revocato la sua sospensione dal servizio e dallo
stipendio e gli ha comunicato che potrà indossare la toga fino al
9 maggio 2002.
Ora ha subito un desiderio da realizzare: «Vorrei tenere almeno
un’udienza in Cassazione. Poi deciderò sul mio futuro: non so se
rimanere in carica o lasciare per sempre». Ma ha anche un ostacolo
sul suo nuovo percorso. Già presidente titolare della prima sezione
penale della Suprema Corte, si ritrova con gli stipendi arretrati, ma ancora
senza scrivania. Non ha infatti una destinazione in quanto il provvedimento
del Csm non è ancora operativo. Innanzitutto occorre un decreto
del ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto: Carnevale spera
che arrivi presto, rischia di non votare dopodomani per l’elezione del
nuovo giudice costituzionale (il favorito alla carica è il presidente
Franco Bile) che sostituirà l’attuale presidente della Consulta
Renato Granata.
Il secondo motivo è che si ritrova nella condizione di chi ha
riconquistato il suo «posto», ma non le proprie funzioni. Come
presidente della prima sezione penale infatti c’è ora Francesco
Sacchetti che nel ’93 era un consigliere di Cassazione. Inoltre tutte le
altre sezioni, civili e penali, sono già «occupate».
Per Carnevale il Primo presidente della Suprema Corte Andrea Vela dovrà
quindi inventarsi un ruolo assolutamente inedito. E’ la prima volta che
un magistrato di grado così elevato - il quinto nella graduatoria
di tutti i giudici italiani - è di fatto costretto a ricostruirsi
la carriera.
Proprio ora che il 3 novembre riprenderà a Palermo il processo
a suo carico per le discusse sentenze emesse dal collegio della prima sezione
della Cassazione da lui presieduta.
Proprio ora che anche la polemica tra l’ex presidente dell’Anm Mario
Almerighi e il senatore a vita Giulio Andreotti lo tira di nuovo in ballo.
E’ tornata infatti alla ribalta una deposizione fatta dal giudice Almerighi
il 9 giugno ’97. Davanti al tribunale presieduto da Francesco Ingargiola,
parlò di pressioni da parte dell’ex capo del governo affinché
Carnevale non venisse processato dalla sezione disciplinare del Csm.
Tutto era partito da una confidenza di Piero Casadei Monti, capo di
gabinetto dell’allora Guardasigilli Virgilio Rognoni. Ma Carnevale annuncia
una dura battaglia: «Perché non sono stato accusato anche
di violenza privata nei confronti degli altri magistrati che a rotazione
componevano insieme a me il collegio giudicante? Come avrei fatto da solo
a imporre la mia volontà ad altri 34 giudici della mia sezione?».
Il collegio giudicante è infatti formato per legge dal presidente
e da quattro magistrati.
«Uno di loro, Francesco Pintus, un vero galantuomo, già
senatore della Sinistra Democratica e successivamente procuratore generale
di Cagliari, recentemente dimessosi dalla magistratura, ha più volte
manifestato pubblicamente la sua solidarietà nei miei confronti.
Più volte ha preso le distanze dai giudici di Palermo ritenendo
del tutto infondato che abbia convogliato i verdetti secondo volontà
della mafia».
Carnevale dunque non vede l’ora di liberarsi da queste infamanti accuse:
se fossero confermate, verrebbe di nuovo sospeso dal servizio. La prima
volta accadde nell’aprile ’93. Dirigeva la seconda sezione civile della
Cassazione. Prima era stato per nove anni presidente titolare della prima
penale ed anche il più giovane della storia a ricoprire questo ruolo
prestigioso, avendo vinto per primo tutti e quattro i concorsi della magistratura.
Fu però incriminato dalla Procura di Napoli per la vicenda della
svendita della flotta Lauro. Prosciolto dal giudice per le indagini preliminari,
la decisione fu ribaltata dalla Corte d’Appello di Napoli che lo rinviò
a giudizio. Ci fu così uno sdoppiamento del processo: il commissario
liquidatore dei beni dell’armatore Achille Lauro, gli acquirenti della
flotta e altri funzionari della società finirono insieme sul banco
degli accusati. Carnevale, invece, fu giudicato da solo quale presidente
del comitato di sorveglianza ministeriale per «concorso in interesse
privato» e condannato in tribunale.
«Insieme al dispositivo stranamente furono rese subito note le
motivazioni» commenta. Ora lo scorso 7 luglio la Corte d’Appello,
dopo ben tre anni di udienze, lo ha assolto con formula piena «per
non aver commesso il fatto».
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