Grasso «Ma noi a Palermo non ci arrendiamo»

da La Stampa del 26.10.99

Lirio Abbate 
PALERMO 
La procura di Palermo rilancia. Ieri, primo giorno di lavoro dopo la sentenza di assoluzione del senatore Giulio Andreotti, il procuratore Pietro Grasso, determinato, sferra l’offensiva contro la mafia e la criminalità comune e dirama ai suoi sostituti le nuove direttive di lavoro. Così ieri pomeriggio ha comunicato ai 57 pm la nascita di nuovi pool di indagine, quello sulla criminalità comune, sulla pubblica amministrazione e sulla criminalità economica che si aggiungono agli altri gruppi di lavoro già esistenti. Al primo posto resta sempre la lotta alla mafia e Grasso ha già previsto di rinforzare il pool della Dda, applicandovi altri magistrati. 
«Non siamo un’armata Brancaleone - spiega Grasso - non ci sono defezioni, nessuno vuole abbandonare il campo. Anzi, c’è un costante impegno contro la mafia e la criminalità...». Quella su Andreotti «è solo una sentenza e non può indurre alcuna fuga di magistrati dalla procura di Palermo». Per Grasso «non c’è alcun atteggiamento psicologico che possa indurre alla fuga, anche perché si tratta solo di una sentenza». 
«Ho trovato tanti colleghi - ha concluso Grasso - pronti a continuare. Non mi pare che ci sia qualcuno che vuole abbandonare questo ufficio». Nel corso della riunione con i pm il procuratore ha sottolineato la compattezza dell’ufficio ed i metodi di lavoro da usare, senza tralasciare i pentiti «uno strumento che non vogliamo abbandonare». 
A Grasso i giornalisti hanno fatto notare che in questi giorni le uniche parole in difesa dei magistrati sono state pronunciate proprio dal senatore a vita. «Andreotti - ha detto Grasso - capisce bene che non giova a nessuno attaccare la magistratura come istituzione, è giusto che la si critichi per i suoi comportamenti o che la si contesti per qualche attività un po’ eccessiva». 
Per il capo della procura «la magistratura va salvata come istituzione perché non possiamo da un lato chiedere la sicurezza per i cittadini e dall’altro delegimittarla e mi riferisco soprattutto a quella inquirente». Sugli attacchi che la procura ha ricevuto in questi giorni Grasso ha detto: «Continuino a farlo, tanto il nostro dovere lo proseguiremo. Non ci lasciamo impressionare se sono critiche costruttive - ha aggiunto - siamo pronti a riceverle e a farne buon uso per il nostro futuro; ma se sono attacchi gratuiti, offese, sberleffi o facili ironie ci scivolano addosso, e noi continuiamo». 
In Italia c’è un partito delle procure? Per il procuratore di Palermo Pietro Grasso non esiste. «Nessuna procura si può tirare indietro dal fare indagini su qualsiasi cittadino - ammette il procuratore - quando si è in presenza di una qualificata notizia di reato, per questo credo che non ci sia mai stato un partito delle procure». Grasso ha poi aggiunto: «Se ci fosse stato io mi sarei presentato come indipendente». 
Una frecciatina è stata lanciata ai politici. «Questa è una regione che va normalizzata - spiega Grasso - non dimentichiamo il sottosviluppo o il problema economico, con 140 mila precari ed il 45 per cento di disoccupati. Penso - prosegue - che la politica si dovrebbe preoccupare di normalizzare questi problemi piuttosto che pensare a normalizzare la magistratura».