Processo Marta Russo, un’altra bufera 

da Il Messaggero del 27.4.99

di LUCA LIPPERA e CRISTIANA MANGANI
ROMA - Del video con l’interrogatorio di Gabriella Alletto dice: «Come cittadino sono frastornato. Come giudice, e giudice dello stesso Palazzo di giustizia, vorrei capire». Aggiunge: «Quale che sia la strada imboccata dal processo, quella dell’innocenza o della colpevolezza degli indagati, non sappiamo, non sapremo più se è quella giusta. Il processo Marta Russo è sfuggito di mano. A tutti». L’ennesima ”bomba“ piomba sul processo. Il presidente del Tribunale di Roma, Luigi Scotti, rilascia un’intervista al Giornale. E le sue dichiarazioni arrivano nell’aula bunker del Foro Italico mentre gli avvocati della difesa stanno ultimando le loro arringhe. L’effetto è esplosivo e giunge proprio quando mancano poche udienze alla conclusione di uno dei processi più travagliati e seguiti degli ultimi anni.
Polemiche inevitabili. Perché una delle più alte cariche di piazzale Clodio entra nel merito di un processo alla vigilia della sentenza? Se lo chiede l’avvocato di parte civile, Oreste Flamminii Minuto, che alla fine dell’udienza di ieri sollecita un rinvio di tutte le udienze del processo proprio per quella intervista che tanto scalpore ha suscitato. «La mia richiesta - afferma il legale - è dovuta alla necessità di poter contattare la famiglia Russo per avere una conferma del mandato. Per ora, poi, dell’intervista di Scotti non c’è alcuna smentita, ma se a noi è possibile che sia sfuggito il processo di mano, a Scotti è sicuramente sfuggita la capacità di direzione di un ufficio di questo Stato». Si associa alla richiesta anche il pubblico ministero Carlo Lasperanza, il quale, però, precisa «di lasciare ogni commento sulla vicenda al procuratore della Repubblica di Roma». Commento previsto per oggi.
La I Corte d’assise si ritira in Camera di consiglio e respinge l’istanza della parte civile e dell’accusa. Nella sua ordinanza il presidente Francesco Amato, puntualizza che «il giudice è soggetto soltanto alla legge», che «la Corte sta ascoltando con diligenza ed esaminando con serenità prove e ragioni dell’accusa e della difesa, tenendo lontano ogni sentimento di avversione e di favore», che «qualsiasi evento esterno lascia questo giudice indifferente». E conclude comunque che «il rinvio del dibattimento arrecherebbe pregiudizio alla definizione del processo». L’alto magistrato aggiunge anche un commento lapidario sull’autenticità dell’intervista: «Bisogna verificare - dice - se c’è stata o no». 
Nel pomeriggio arriva una conferma con puntualizzazione del presidente Scotti: i dubbi scompaiono. «Quando affermo che, a vedere in televisione gli interrogatori relativi al processo di Marta Russo - chiarisce - come cittadino sono rimasto frastornato, intendo dire che come persona del mestiere sento il bisogno di capire di più perché non conosco il processo e i suoi atti; come cittadino mi sento frastornato perché in ogni cittadino può naturalmente sorgere il dubbio che non si riesca ad afferrare la verità. In ogni caso - precisa - non intendevo porre in dubbio la capacità della Corte di assise - ho troppa esperienza per cadere in questo errore - che fa quello che può nell’adempimento dei suoi compiti e alla quale va tutta la mia solidarietà per il duro e drammatico lavoro in un caso tanto difficile».
Ma il caso è scoppiato. L’esecutivo dell’Associazione nazionale magistrati annuncia che si occuperà della vicenda domani in giunta. Dal Csm arrivano opinioni divergenti. La maggior parte dei consiglieri ritiene che Scotti non abbia interferito in alcun modo con il processo. Ma c’è anche chi critica il presidente del Tribunale. «Cadono le braccia - dice Gianni Di Cagno, laico dei Ds - se anche un giudice serio e capace come Scotti si lascia andare a dichiarazioni su un processo in corso presso l’ufficio che dirige, c’è davvero da essere pessimisti sulle capacità di autocontrollo della magistratura». «Ma parlare di interferenze - controbbatte Nello Rossi di Magistratura democratica - è una sciocchezza. Mi riconosco appieno nelle riflessioni critiche di Scotti».