Santiapichi:
«Ma questa Corte non sarà influenzata»
da Il Messaggero del 27.4.99
ROMA «Non c’è alcun pericolo che la corte venga influenzata
dalle dichiarazioni del presidente Scotti. I giudici di questo processo
mi sembrano molto indipendenti. Comunque, certo: un bel tacere non sarebbe
mai del tutto fuori luogo». Severino Santiapichi, ex presidente della
I Corte d’Assise di Roma, proprio quella davanti alla quale si celebra
il processo Marta Russo, reagisce senza troppo stupore all’intervista dello
”scandalo”. «Sull’opportunità di rilasciarla dice Santiapichi
non dico nulla. Ognuno gestisce la sua attività secondo quelli che
gli sembrano i limiti di legge. Forse è stato spinto a fare quelle
dichiarazioni da una sensibilità personale. Tuttavia, e lo dico
solo in linea generale, dovremmo cercare di lasciare libere le corti di
formarsi il proprio convincimento». Il deputato Marco Taradash, dei
Riformatori, afferma invece di capire Scotti. «Ha detto sostiene
ciò che pensano tutte le persone di buon senso, tranne gli irriducibili
fautori di una giustizia che sostituisce l’emblema della bilancia con quello
della ghigliottina. Lo scandalo vero sta nel fatto che due cittadini italiani
siano agli arresti dal giugno ’97 sulla base di una inchiesta indegna di
uno Stato civile».
Ironici i commenti di Odoardo Ascari, 77 anni, riconosciuto principe
del Foro, ex difensore di Giulio Andreotti. «Cosa penso? Mah: è
come se, nel mondo della giustizia, in crisi profonda e forse irreversibile,
sia in corso di stampa una nuova versione dei Promessi Sposi: Renzo muore
di peste, Lucia si lega sentimentalmente a Don Rodrigo e rilascia interviste
a Novella 2000, l’avvocato Azzeccagarbugli diventa ministro di Grazia e
Giustizia, Agnese e Perpetua fanno l’ufficio stampa, mentre l’ordine pubblico
viene affidato al Griso. Sono impazziti tutti i ruoli. Certi atteggiamenti
nuocciono, più che giovare, all’amministrazione complessiva della
giustizia stessa».
Per l’avvocato Paola Severino, docente di Diritto Penale alla Luiss
di Roma, rappresentante della parte civile al processo contro Erich Priebke,
«è innegabile che il processo Marta Russo abbia suscitato
una serie di commenti e di opinioni che potrebbero, in linea teorica, e
sottolineo il teorica, influenzare una corte d’assise». «Ma
il giudizio di un tribunale aggiunge il legale deve essere indipendente
da tutto ciò che gli accade intorno e basarsi non sul convincimento
soggettivo del giudice ma sulle risultanze del dibattimento. Questa è,
credo, l’aspettativa di tutti i cittadini che hanno seguito le lunghe e
tormentose vicende della vicenda».
L. Lip e C. Man.
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