Tribunale
già senzatetto
da Il Mattino del 27.2.99
GIUSEPPE MUOIO
A rischio a Cava la istituzione della sezione del Tribunale di Salerno.
La denuncia è stata lanciata da Alleanza nazionale che, in una conferenza
stampa, alla presenza dei suo esponenti nazionali, regionali e provinciali
ha denunciato i ritardi dell'amministrazione comunale e soprattutto il
pericolo reale che il 2 giugno, quando entrerà in funzione la legge
sulla istituzione delle sezioni dei Tribunali in tutto il Paese, a Cava
non esisteranno le condizioni per la sua sistemazione.
Un coro di proteste non solo di AN, ma di tutto il Polo e dell'associazione
degli avvocati «De Ciccio». Alla conferenza era presente anche
Lorenzo De Bello, presidente della Camera Penale. Antonello Lamberti, avvocato
e vicario di AN è il più duro: «Già nel giugno
del ’98 sollevammo il problema. Eravamo coscienti, anche per il lavoro
quotidiano che svolgiamo, che saremmo arrivati all'appuntamento in grave
ritardo e che certamente avremmo perduto quel patrimonio di servizi che
sarebbe stato la sezione distaccata a Cava del Tribunale di Salerno. Il
nostro appello cadde nel vuoto ed oggi rischiamo di pagare un caro prezzo
alla disattenzione dell'amministrazione comunale».
La battaglia
E a supporto delle cose affermate ripercorre, la lunga vicenda dalla
battaglia contro la soppressione della Pretura alla notizia della istituzione
a Cava del Tribunale. Una soddisfazione che, purtroppo, rischia di tramutarsi
in una amara beffa. Se il Ministero, alla data del 2 giugno, non prorogherà
i termini, potrebbe anche decidere di revocare la istituzione e renderebbe
vano il lavoro che forze politiche, associazione degli avvocati e la stessa
amministrazione hanno fatto in tutti questi anni. Ma a Palazzo di città
non si condivide tanto pessimismo. L'assessore Alfonso Lambiase e poi lo
stesso sindaco hanno rassicurato che Cava non perderà questa occasione.
«Abbiamo dato il via alla progettazione dell'aumento delle superfici
utili che, in attesa del definitivo trasferimento del commissariato in
una nuova struttura, possa soddisfare le esigenze della nuova istituzione.
Purtroppo i tempi tecnici sono quelli che sono e certamente non possiamo
fare miracoli» afferma Alfonso Lambiase. Ma non tutti sono convinti:
«Hanno fatto un vero e proprio flop - susssurra uno degli avvocati
- hanno calcolato male i tempi ed ora sanno che non potranno arrivare in
tempo per l'appuntamento del 2 giugno». «Anzi - aggiungono
gli avvocati D'Amore, Russo e Senatore - non hanno avuto neanche la sensibilità
di ascoltare la voce dell'associazione, nè le esigenze che solo
chi quotidianamente è costretto a fare i conti con i disagi può
capire ed aiutare ad eliminare».
Le accuse
Nel mirino l'amministrazione comunale che ha mostrato scarsa attenzione
e superficialità. Ma il sindaco non ci sta e risponde: «Abbiamo
già una proposta alternativa, fino a quando i lavori non saranno
completati, ci augurimo che possano essere chiusi entro gennaio 2000, sarà
messo a disposizione del Tribunale il primo piano della scuola media Giovanni
III che si trasferirà, come già programmato nella struttura
della Carducci. Nel frattempo lavoreremo per la costruzione del palazzetto
della Polizia di Stato. Essendoci adoperati per primi perchè Cava
diventasse sede di una sezione del tribunale di Salerno, è inimmaginabile
che ne potessimo essere gli affossatori». Una difesa debole secondo
AN e l'associazione «De Ciccio». «La risposta il 2 giugno
quando dovremo registrare la paralisi della giustizia a Cava» conclude
Antonello Lamberti.
L’archivio
Una soluzione che potrebbe non essere di gradimento dello stesso Ministero
costretto a dover redigere due bilanci, uno per i locali dell'attuale pretura
e l'altro per i nuovi, cioè quelli della Giovanni XXIII. E il Ministero
potrebbe dire di no e sopprimere la sezione del Tribunale a Cava. Ma c’è
dell’altro. Annamaria Criscuolo, responsabile degli uffici giudiziari del
Giudice di pace lamenta, a parte la insufficienza dei locali, dato anche
l'aumentato carico di lavoro, il cattivo stato dell'archivio. «I
fascicoli sono sparsi in ambienti umidi, anzi fradici, molti faldoni ormai
sono solo carte da macero. Occorrerebbe una bonifica e soprattutto un progetto
per salvarli. Il rischio che possano andare perduti, nonostante le numerose
lettere inviate ai competenti uffici comunali, è reale. E con essi
la memoria storica di oltre cinquanta di storia giudiziaria della Pretura
di Cava». Un appello che fino ad oggi è caduto nel vuoto.
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