Magistrati onorari: «Tutto in regola  lavoriamo con diligenza e trasparenza» 

da Il Mattino del 27.1.99

Napoli. Volti tesi e qualche «no comment». La riunione in programma doveva servire a confrontarsi sui problemi della categoria, ma è stata in larga parte dedicata alla notizia dell’inchiesta, pubblicata dal Mattino. Ore 11: giudici di pace in assemblea. Due ore di
discussione. Poi, nel pomeriggio, viene diffuso un comunicato stampa.  Ecco che cosa replicano i magistati onorari. Parla il vice presidente nazionale dell’associazione, Maria Pia Belluccio: «Caro direttore, ho appreso sul Mattino delle indagini che il Pm avrebbe in corso ai fini dell’accertamento delle eventuali responsabilità in ordine all’affidamento delle consulenze tecniche, ipotizzando reati di truffa e abuso d’ufficio, anche se per ora non esistono indagati.
In qualità di vice presidente dell’associazione, ritengo sia censurabile il titolo dell’articolo e le affermazioni in esso contenute, che offendono la categoria dei giudici onorari che hanno saputo dare giustizia al cittadino in tempi brevi, con sentenze resesi definitive per mancata opposizione nel 98 per cento circa dei casi. Nel momento in cui i giudici di pace, che hanno svolto l’attività nel primo quadriennio, stanno per essere riconfermati con il riconoscimento che il ruolo ad essi affidato è stato svolto con competenza e diligenza, la campagna denigratoria che potrebbe essere innescata prima di alcuna pronuncia della magistratura, non renderebbe giustizia al cittadino e a tutti gli operatori della giustizia, proprio nel momento in cui sta per essere affidato al giudice di pace la competenza in materia penale. Mi auguro che, attraverso il suo giornale, il cittadino possa meglio conoscere l’Istituto del giudice di pace, quale strumento di giustizia». 
Al di là dei comunicati ufficiali, al termine dell’assemblea i magistrati onorari provano a spiegare qual è il meccanismo nell’assegnazione degli incarichi tecnici. «Noi abbiamo una discrezionalità nella scelta dei periti - dice Maria Pia Belluccio - che si articola in due fasi: innanzitutto valutiamo se è necessario il ricorso al consulente e poi decidiamo a chi affidare l’incarico. Normalmente si opera in base a una rotazione, scegliendo i periti da un albo, ma nulla vieta di rivolgerci più volte a consulenti di consolidata esperienza». Il vice presidente dell’associazione spiega però che c’è un tetto massimo di incarichi, oltre il quale non si
può andare nel corso dell’anno: «Dieci consulenze per i ”ctu”; diciotto per i periti medici». L’accusa di truffa, l’ombra di una lobby negli invarichi, ha mandato su tutte le furie i giudici di pace, che sottolineano di «operare nella massima trasparenza. Qui non c’è alcuna lobby, non esistono accordi sottobanco. Lavoriamo al servizio della giustizia». Qualche magistrato dice di più: «È vero, nell’assegnazione degli incarichi ai periti si procede in base a una rotazione. Ma qualche volta ci è capitato di lavorare con consulenti che non hanno risposto positivamente in termini di efficienza. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci più frequentemente agli stessi periti». 
Possibile, allora, che qualche impiegato possa aver favorito questo o quel consulente? «Ma se siamo a corto di dipendenti - sottolinea Maria Pia Belluccio - tanto che in udienza spesso dobbiamo fare tutto noi, perché spesso l’assistente non c’è». Secondo i giudici di pace l’inchiesta «si concluderà in una bolla di sapone. Gli esposti inviati in Procura hanno il sapore di una vendetta per delegittimare il nostro lavoro».