In
Francia enti «privati» con una missione pubblica
da Il Sole 24 ore del 27.7.99
ROMA — In Francia il settore dei servizi professionali conta circa mezzo
milione di professionisti e 800mila dipendenti, con un volume d’affari
superiore al 6% del Pil. Numeri di addetti e fatturato sono in costante
crescita, anche a fronte di un processo di strutturazione interna alle
professioni. Secondo la ricerca curata da Sabino Cassese, il fenomeno emergente
è la diminuzione degli iscritti agli Albi a titolo individuale e
l’aumento delle associazioni e delle società professionali.
Non esiste una definizione giuridica di professione liberale: in un
panorama in cui convivono professioni regolamentate e non i denominatori
comuni — riconosciuti dalla giurisprudenza e da risoluzioni ministeriali
— sono comunque il carattere non commerciale dell’attività e il
trattamento fiscale dei reddit .
Tre tipologie di regolamentazione. Gli Ordini, istituiti per legge,
sono 12 (architetti, avvocati, avvocati al Consiglio di Stato e in Cassazione,
dentisti, esperti contabili, geometri, massaggiatori, medici, farmacisti,
podologi, ostetriche, veterinari).
Alle professioni «à statut particulier» è
riconosciuto per legge un regime speciale (agenti generali di assicurazione,
revisori dei conti, consulenti in materia di proprietà industriale,
amministratori e liquidatori nella procedure concorsuali, biologi, dietisti,
infermieri, ortofonisti, ortottici).
Infine ci sono gli officiers publics e gli officiers ministeriels:
avvocati presso il Consiglio di Stato e la Cassazione, procuratori in Corte
d’appello, banditori d’asta, cancellieri del tribunale commerciale, ufficiali
giudiziari e notai. A queste categorie lo Stato attribuisce l’esercizio
di funzioni pubbliche, in regime di monopolio e con il "privilegio" di
presentare i successori al ministro della Giustizia per la nomina.
Completano il quadro circa 200 professioni non regolamentate, che solo
in parte coincidono con l’area delle nuove specializzazioni.
La natura degli Ordini. Si tratta di persone giuridiche di diritto
privato, incaricate di «una missione di servizio pubblico».
Agli Ordini spetta la rappresentanza della professione (formalmente non
dei professionisti) di fronte allo Stato, la tenuta degli Albi e la giurisdizione
di primo e secondo grado per i giudizi disciplinari (alcune commissioni
prevono la presenza, accanto ai professionisti, di magistrati).
L’iscrizione agli Albi è obbligatoria per l’esercizio della
professione: il controllo sui requisiti per l’accesso (titolo di studio,
pratica professionale, superamento di un esame, oltre alla valutazione
circa la moralità e l’indipendenza del candidato) tocca agli Ordini
regionali, ma sul giudizio è possibile formulare appello.
Le regole etiche, che sono diventate sempre più importanti,
sono state progressivamente sottratte alla formulazione degli Ordini e
vengono ora definite dal ministero competente sulla professione.
Il controllo dell’Esecutivo sugli Ordini si esplica, tra l’altro, con
la presenza nel Consiglio nazionale di un commissario governativo e di
un suo delegato negli Ordini regionali.
Concorrenza. Le tariffe vincolanti sono state abolite nel 1982 dall’Antitrust.
Tuttavia, per alcune professioni esistono criteri di commisurazione dei
compensi. Quanto alle società, sono possibili quelle di «esercizio
liberale», forme di capitali, con la possibilità di una quota,
fino al 25%, in mano a esterni.
M.C.D.
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