Avvocati
in sciopero «Ischia, la giustizia deve sbarcare qui»
da Il Mattino del 27.3.99
CIRO CENATIEMPO
Questione-giustizia senza pace. Mentre si aprono strade complesse in
attesa dell'introduzione del giudice unico, che dovrebbe partire il 2 giugno,
al cuore della discussione c'è la cruciale riforma dei tribunali
metropolitani. Lo scenario si arricchisce di colpi di scena giorno per
giorno, tra idee di sdoppiamento in città (con l'istituzione del
tribunale di Napoli 1 e quello di Napoli 2, destinato alla provincia),
e la «bagarre» tra Marano, Casoria, Pozzuoli, Secondigliano,
da tempo a contendersi una sede. Nel frattempo, sullo sfondo di mille contese,
fra orgogli di campanile e problemi mai risolti, negli uffici giudiziari
di Ischia continua il black-out.
Si asterranno dalle udienze fino al 12 aprile prossimo, infatti, gli
avvocati isolani: uno sciopero che è cominciato a metà del
dicembre scorso, ed è destinato a proseguire fino a quando non si
sarà chiarito il destino dell'isola verde. Lo ha deciso ieri mattina,
dopo una lunga, vibrante discussione, l'assemblea forense a larga maggioranza.
La mobilitazione non si ferma.
Sul tappeto ci sono troppi nodi da sciogliere, dal tribunale di riferimento
alla sede adatta per le cause di lavoro; al personale, in un corollario
di antichi disagi: se non sono bastati incontri, polemiche, manifesti e
manifestazioni di protesta; summit a Roma ed a Napoli, accanto alla paralisi
dell'attività, per rivendicare la giusta attenzione da parte delle
istituzioni, la battaglia del Foro ischitano punta adesso sempre più
in alto: si mira a coinvolgere il governo ed il ministro di grazia e giustizia,
Oliviero Diliberto. Occorre una spinta massiccia: i parlamentari del collegio,
con i quali gli avvocati hanno polemizzato perchè raramente hanno
fatto sentire la propria voce, dovranno sostenere la lotta. Messaggio indirizzato
a Salvatore Lauro, Eugenio Donise, Alessandra Mussolini.
A fare da sfondo alla sete di giustizia di Ischia, c'è il record
nazionale di procedimenti in attesa di discussione, che sono oltre 6.000_:
un tetto altissimo, rispetto al numero di abitanti del comprensorio. Il
braccio destro del ministro Diliberto, il senatore Macis, si è incontrato
con una delegazione forense cui hanno partecipato il consigliere di Forio
«sospeso», Nicola Lamonica (è stato il promotore del
vertice) ed il sindaco di Ischia, Luigi Telese, accanto ai responsabili
della associazione degli avvocati, Tony Pantalone e Nello Mazzella. Proprio
Telese ha inviato una lettera al presidente dell'Ancim, l'Associazione
italiana delle isole minori, Costantino Federico (sindaco di Capri), per
allargare il fronte della mobilitazione.
Partendo dal fatto che il parlamento ha già riconosciuto la
peculiare condizione delle piccole isole, si richiede che le cause di lavoro
possano essere in futuro discusse a Ischia, nelle aule «distaccate»
a via Michele Mazzella. Analogamente per Capri, le Ponziane, la Maddalena,
le Tremiti e così via: occorre tutelare i diritti degli utenti che
hanno difficoltà a spostarsi. L'obiettivo è spingere il governo
ad apportare modifiche al decreto legislativo di attuazione che regola
il settore del lavoro. Un emendamento possibile. Ma l'àmbito è
delicato, visto che, comunque, l'orientamento ufficiale dell'esecutivo
punta decisamente alla specializzazione del magistrato del lavoro, destinato
ovviamente ad operare solo nel Tribunale principale, in questo caso di
Napoli.
Gli avvocati ed i sindaci restano all’erta in attesa di una ulteriore
convocazione a Roma, a via Arenula, sede del ministero di Grazia e Giustizia,
frequentatissima negli ultimi giorni da quanti, politici e tecnici, spingono
per ottenere risposte concrete alle loro esigenze. Ischia, in ogni caso,
s'aspetta una soluzione positiva del rebus più importante: dipenderà
da un tribunale a Napoli, o da una sede più lontana e irragiungibile,
da Marano in poi? In questa prospettiva caotica, tra logiche di accentramento
e ipotesi di segno completamente opposto conta «chi riuscirà
a dire l'ultima parola». A quando una schiarita? «Dopo Pasqua
le certezze», dicono gli avvocati. Intanto scioperano.
|