E tramonta la trattativa sul Csm 

da Il Messaggero del 27.5.98

ROMA - Tramonta la trattativa per una nuova legge elettorale del Csm. Due riunioni del comitato ristretto della commissione giustizia del Senato ieri non sono state sufficienti per trovare un’intesa. «L’obiettivo comune - ricorda Elvio Fassone, Ds - è quello di ridurre il
potere delle correnti. E nel ddl dell’Ulivo si dà più spazio agli indipendenti».
Marcello Pera (Fi) aveva proposto urne separate per pm e giudici. Di fronte al «no» dei Ds, Pera ha accettato di accantonare la questione, nel tentativo di fare comunque approvare una legge per la «spoliticizzazione» del Csm. Su questo si è verificata, però, una vera e propria spaccatura che ha visto i Popolari schierarsi a favore di Pera e gli altri alleati dell'Ulivo contro. 
«La nostra disponibilità a rivedere la legge elettorale per il Csm - ha detto Cesare Salvi, presidente dei senatori dei Ds - è e rimane indissolubilmente legata alla riformulazione delle norme approvate, con il nostro voto contrario, dalla Bicamerale». Salvi vuole cioè
l’abolizione della divisione in due sezioni del Csm e un rapporto meno squilibrato tra componenti laici e togati. «Da parte del Polo - fa notare Salvi - non è finora venuta nessuna disponibilità in tal senso. Perciò non sembrano esserci le condizioni per un intervento
legislativo tenendo anche conto del fatto che le elezioni del Csm sono state già indette e che quindi è davvero minimo il tempo a disposizione per l'ipotizzata riforma». Ortensio Zecchino (Ppi) parla però di «irrigidimento a sinistra» e dice «se non c’è accordo sul Csm difficile trovarlo sul resto delle riforme».