Madaro:
Bindi senza umiltà e io mi candido per la destra anche se sono di
sinistra
da Il Corriere della sera del 27.5.98
Carlo Vulpio
DAL NOSTRO INVIATO
ARNESANO (Lecce) - Il suo giorno in Pretura, ma di pretore itinerante,
perché amministra giustizia in quattro sedi diverse, è finito
da poco.
Sono le quattro del pomeriggio, ma Carlo Madaro - per tutti ormai il
Pretore della Somatostatina - non mostra segni di stanchezza. Anzi, appare
carico, caricatissimo.
Potere rivitalizzante delle buone notizie, vero signor giudice?
«Altroché. La decisione della Corte Costituzionale è
stata per me una botta di salute - dice Madaro -, dopo il clima pesante
degli ultimi due mesi. Ero scoraggiato, pensavo che ormai era stata messa
la mordacchia a tutti e che forse
nemmeno la Consulta mi avrebbe dato ragione. Insomma, cominciava a
farsi strada anche dentro di me la convinzione che in Italia si andava
instaurando un regime. Non ci avevo mai creduto, ma come interpretare il
fatto che, scoppiato il caso Di Bella, i mass media registravano tutto,
mentre dopo, quando il gioco s’è fatto serio, è calato il
silenzio? Persino sui giornali locali non trovavano spazio le argomentazioni
sulle quali oggi si è pronunciata la Corte Costituzionale».
Quindi questa per lei è una rivincita?
«Certo. Non poteva esserci pronunciamento migliore. Altro che
“invasioni di campo” da parte mia. Lo dicano adesso, il presidente Scalfaro,
il ministro Bindi, e tutti i sostenitori della mia “incompetenza”, che
volevo sostituirmi agli altri poteri dello Stato e persino ai medici. La
verità è che non si è riusciti a cogliere una profonda
esigenza di giustizia di fronte all’odiosa discriminazione tra ammalati,
per cui, in base al decreto Bindi, la sperimentazione doveva essere a numero
chiuso. Che scelta ignobile. E gli altri? Quelli che non hanno i soldi
per pagarsi per anni i tre milligrammi al giorno di farmaco che costano
sessanta mila lire? O quelli non sorteggiati? Non è immorale fare
il sorteggio tra persone in fin di vita?».
La Corte dice che sulla questione bisogna legiferare «con grande
tempestività e particolare urgenza»...
«E ha ragione. Anzi, suggerisco al legislatore, per far prima,
di prendere le mie sentenze e copiarle. Ma questa è una battuta,
per rispondere a quei giurisperiti, anche miei colleghi, che speravano
che la Consulta liquidasse i miei
provvedimenti come “cazzabubbole” (la citazione è da Gioele
Dix, in “Mai dire gol”, ndr). Il fatto serio invece è un altro:
poiché di questa situazione d’urgenza eravamo coscienti tutti, non
potevano il governo, il Parlamento, il capo dello Stato, muoversi subito
in questo senso, invece di prendersela con un piccolo pretore di provincia?».
Scusi, ma il presidente della Repubblica che doveva fare?
«Be’, poteva inviare un messaggio alle Camere per invitarle a
legiferare, senza aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale».
E il ministro della Sanità?
«Ah, guardi, lo dico davvero spassionatamente, il ministro Bindi
non ha mostrato alcuna umiltà nell’accostarsi a questo problema.
Credo che sia stata mal consigliata dai burocrati e che a un certo punto
abbia pensato a salvare la poltrona.
Sa com’è: case farmaceutiche, commissione oncologica, casta
dei medici, sono tutte lobbies che possono contribuire alle fortune o ai
rovesci di un ministro».
Cosa cambia da subito per i malati?
«Ora sarà più difficile manipolare i dati della
sperimentazione, avremo risultati più attendibili e un controllo
migliore».
E per il pretore Madaro cosa cambia dopo questa vittoria? Corre voce
di una candidatura alla Camera nel collegio di Lecce, alle suppletive di
novembre. Mugello due, insomma, come Di Pietro.
«Perché come Di Pietro? Lui è di destra. Io invece
ho una formazione e una sensibilità di sinistra. E pensavo che una
battaglia come questa, sulla libertà di cura e la parità
dei diritti, doveva farla la sinistra perché storicamente queste
son
cose “di sinistra”. Invece D’Alema che da queste parti è di
casa non ha speso una parola per i malati di cancro che venivano qui quasi
in pellegrinaggio. Mentre Prodi, a Lecce per le elezioni comunali, ha preso
in giro i seicento malati
dell’associazione “Sos per la vita” che volevano parlare con lui. Ha
detto: ma dài, continuate con la chemioterapia. E quelli se ne sono
andati mortificati. Ma è uno scienziato Prodi, che sa cos’è
meglio tra metodo Di Bella e chemio?».
Mi faccia capire: a differenza di Di Pietro, eletto con il centrosinistra
ma che lei definisce di destra, il pretore di sinistra si candiderà
con il centrodestra?
«Penso di sì. Per la semplice ragione che qui la logica
non è destra-sinistra. Ma potere-opposizione. E siccome ora la sinistra
è al governo e quindi è al potere, gli riesce difficile difendere
i diritti dei più deboli. E io non posso che essere da
questa parte. Più o meno lo stesso ragionamento di Marco Pannella,
se vogliamo. Infatti l’Ulivo non mi ha fatto proposte, e non me le farà,
perché su questo argomento dovrebbe fare totale inversione di rotta.
Quanto a Rifondazione, è ferma all’ovazione che il congresso, se
non sbaglio, tributò a Rosy Bindi».
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