Pene
brevi, presto la legge.Le madri con figli inferiori ai dieci anni potranno
scontare le condanne nel loro domicilio
da La Stampa del 27.5.98
ROMA
DALLA REDAZIONE
Il governo promette: in dirittura d’arrivo la legge sulle pene brevi.
E’ questa la risposta alla vicenda di Silvana Giordano, che si è
suicidata due giorni fa nella cella del carcere di Bellizzi Irpino che
divideva con il figlio, un bimbo di due anni e mezzo. Una vicenda che ripropone
il problema delle 2082 donne e dei 56 bambini attualmente detenuti negli
istituti di pena italiani, secondo i dati dell’associazione Antigone. Per
questo, dunque, all’indomani del drammatico gesto di Silvana Giordano,
dalla maggioranza viene la richiesta di un’accelerazione dell’approvazione
delle nuove norme in discussione presso il Parlamento e di una depenalizzazione
dei reati minori.
La legge sulle pene brevi - assicura Franco Corleone, sottosegretario
alla Giustizia - “appena sarà firmata dal Presidente della Repubblica
e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, consentirà la detenzione
domiciliare per molte persone in condizioni di incompatibilità carceraria
e quindi anche per le madri con prole inferiore ai 10 anni. Per il ministro
per le Pari Opportunità Anna Finocchiaro questo “tragico episodio
dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che non è possibile
incarcerare le donne incinte, i bambini, le madri che hanno figli piccoli,
perché c’è un’assoluta incompatibilità tra l’esigenza
di una crescita equilibrata e serena dei bambini e il depravato ambiente
carcerario”. Anche il ministro ricorda che “il governo ha licenziato già
nel novembre dello scorso anno un disegno di legge preparato dal mio ufficio
che potrebbe risolvere positivamente casi come quello di Silvana Giordano
e del suo bambino. E io non dubito che il parlamento, a cui ora è
affidata l’approvazione di un testo definitivo, si mostrerà sensibile
ad un provvedimento di civiltà e di protezione dell’infanzia”. Ad
invocare “più attenzione al pianeta carcere” è anche la senatrice
Ersilia Salvato, vicepresidente del Senato, eletta nelle liste di Rifondazione
Comunista: “questa tragedia ci rimanda alla necessità di uscire
dalle ipocrite giaculatorie che ogni volta siamo pronti a mettere in campo
sottraendoci alle nostre forti responsabilità rispetto al carcere”.
Secondo la vicepresidente del Senato la strada da seguire è, invece,
quella di “norme che sempre più riducano il ricorso alla detenzione,
soprattutto per i reati di droga”.
Secondo Marida Bolognesi, presidente della commissione Affari Sociali
della Camera il suicidio di Silvana Giordano deve “fungere da stimolo per
un’ulteriore riflessione sull’inadeguatezza della risposta detentiva per
reati legati alla droga”. In questi casi - aggiunge - “le misure alternative,
in comunità o case-famiglia, possono e devono funzionare: una madre
in carcere con un figlio piccolo e uno fuori è uno sfregio al buon
senso”. Non è più rinviabile, dunque, secondo il presidente
della commissione Affari Sociali, “una discussione seria sulla depenalizzazione
e sulle misure alternative alla detenzione per i tossicodipendenti”.
I Verdi hanno presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia
Flick per “verificare scrupolosamente le modalità dell’accaduto”,
in particolare “se la detenuta avesse già dato in precedenza segnali
di precarie condizioni di salute mentale e se fosse stato fatto tutto il
possibile per evitare il suicidio”. E’ necessario, dunque, ora, “lavorare
per approvare al più presto la legge che permette la sospensione
della pena alle detenute con bambini minori di 3 anni”. Il suicidio di
due giorni fa, infatti, secondo il movimento, poteva essere evitato “se
la proposta lanciata dal governo qualche settimana fa fosse già
diventata legge”.
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