«Contro di noi attacchi incivili»
da La Stampa del 27.11.99
MILANO
«Ma perché, che ha detto questa volta?» Che siete
un cancro per la nazione... Il procuratore generale Francesco Saverio Borrelli,
ascoltando le reazioni di Silvio Berlusconi al rinvio a giudizio decretato
dal giudice Alessandro Rossato per la corruzione dei giudici romani, rimane
di sasso.
Poi, premettendo di non voler assolutamente alimentare la polemica,
scandisce: «Posso solo augurarmi che i propositi d’intervento a difesa
della categoria, che la giunta esecutiva dell’Anm ha formulato non più
di tardi di quattro giorni fa, si traducano in un’effettiva azione che
tuteli i magistrati contro attacchi di questo tipo».
Quindi, l’ex capo di Mani pulite, ci pensa su e aggiunge: «Non
vorrei spendere nemmeno un aggettivo per qualificare questi attacchi. Fermo
restando che essere destinatari di aggressioni di questo genere non comporta
la benché minima reazione di animosità nei confronti di chi
li ha scatenati. Si tratta di attacchi che rimangono tuttavia un fatto
estremamente grave sotto il profilo del costume istituzionale e che non
hanno riscontri in alcuna altra parte del mondo civile».
Tace invece il procuratore Gerardo D’Ambrosio che fa sapere di non
voler assolutamente commentare fatti o provvedimenti che riguardano il
suo ufficio: «E’ una questione di deontologia...».
Mentre, più tardi, come auspicato da Borrelli, scende in campo
l’Associazione nazionale magistrati per voce del segretario nazionale Claudio
Castelli, gip a Milano, che risponde duramente alla polemica del Cavaliere:
«L’imputato Silvio Berlusconi può dire quello che vuole. Ma
Berlusconi, nel suo ruolo istituzionale, non può permettersi toni
oltraggiosi del tutto ingiustificati come quelli usati. Bisogna sempre
ricordare che la norma costituzionale dice che tutti i cittadini sono uguali
davanti alla legge».
E per quanto riguarda la decisione del leader di Forza Italia di denunciare
a Brescia il giudice Rossato, Castelli aggiunge: «La prassi poi di
denunciare i giudici che hanno deciso sfavorevolmente all’imputato è
estremamente grave e si commenta da sola».
Evita d’intervenire il presidente dell’Anm, Mario Cicala: «Non
mi pare opportuno - dice - aggiungere ulteriori valutazioni riguardo le
iniziative assunte da un soggetto che in questo specifico ambito assume
la veste di imputato».
Cicala quindi ricorda che, proprio l’altro ieri, un documento prodotto
dalla giunta Anm, affermava tra l’altro che «non è accettabile
che le decisioni dei giudici, quando non siano gradite a imputati eccellenti,
formino oggetto non di critiche che, per quanto aspre, sono un fondamentale
mezzo di verifica dell’operato della magistratura da parte dell’opinione
pubblica, ma di insulto o di dileggio».
Furibondo invece per la decisione di Berlusconi di denunciare il gup
Rossato, è Ciro Riviezzo, segretario generale del Movimento per
la Giustizia: «Le strumentalizzazioni dei provvedimenti e delle sentenze
dei giudici, lodati o attaccati a seconda della convenienza personale o
politica, vanno decisamente respinte, a prescindere da che parte provengano.
Si chiede ai magistrati di tenere il dovuto riserbo sulla loro attività
e di evitare polemiche dannose per l’immagine di imparzialità della
magistratura, sennonché magistrati spesso sconosciuti, che non hanno
aperto bocca ma hanno solo svolto la loro doverosa attività, per
questo sono stati oggetto d’insulti e dietrologie».
Per Riviezzo è necessario che «gli organi preposti a garantire
l’autonomia della magistratura si adoperino per stigmatizzare attacchi
che, per toni e contenuti, rischiano non solo di offendere l’onore e la
dignità dei singoli, ma di condizionare l’operato degli organi giudiziari».\
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