Berlusconi-giudici milanesi: intervenga il Csm per tutelare la dignità dei magistrati

da Il Corriere della sera del 27.11.99

Milano - Sulla polemica sorta ieri tra Silvio Berlusconi e i giudici milanesi, dopo il rinvio a giudizio del leader del Polo e di altre persone (tra cui Cesare Previti) nel processo per la presunta corruzione dei giudici romani nel caso Sme, Renato Samek Ludovici, capo dei giudici per le indagini preliminari del capoluogo lombardo, chiede l'intervento del Consiglio superiore della magistratura (Csm) o dell'Associazione nazionale magistrati (Anm). «Credo spetti al Csm o all'Anm assumere una posizione a tutela della dignità professionale dei magistrati ed evitare che si formi un'opinione distorta sull'immagine della giustizia», ha affermato Ludovici, che chiede al Csm «tempestività e incisività». «In un Paese civile è ammissibile dissentire sul verdetto del giudice. La legge prevede sovrabbondanti mezzi e rimedi in tal senso, ma non è consentito il ricorso alla violenza morale e all'intimidazione», ha aggiunto il capo dei gip. 
Dure critiche a Berlusconi anche da parte del presidente della Camera, Luciano Violante. «Le affermazioni di Berlusconi sono inopportune», ha dichiarato Violante. «Sono un uomo delle istituzioni, rispetto Berlusconi, ma sto dalla parte delle istituzioni e, quindi, sto con i magistrati». 
Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini in una dichiarazione congiunta prendono la difesa di Berlusconi e attaccano di nuovo duramente la magistratura. «Verso questi magistrati la nostra reazione sarà durissima perché non intendiamo farci intimidire né da loro né dai loro dante causa, politici senza scrupoli che pensano di mantenere il potere truccando le carte della competizione democratica», affermano in un comunicato congiunto i capi di Alleanza nazionale e del Ccd. «In questi ultimi mesi, in corrispondenza dell'aumento di consensi al centrodestra e in prossimità delle scadenze elettorali, il leader del Polo è diventato il bersaglio permanente di una parte militante e faziosa della magistratura», affermano tra l'altro Fini e Casini. «Noi esprimiamo gratitudine e considerazione per la stragrande maggioranza dei magistrati italiani che compiono giornalmente il loro dovere tra mille difficoltà e a prezzo di mille sacrifici; ma qui si stanno valutando gli anomali comportamenti di chi trascura di verificare le prove a difesa degli imputati, di chi non consente il contraddittorio tra le parti e omette deliberatamente di tutelare i sacrosanti diritti della difesa. Questi magistrati si prestano a inquinare il corso naturale della vita pubblica e istituzionale, offendono il prestigio della categoria e ne ledono in modo irreparabile la credibilità». 
Il ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, difende l'indipendenza della magistratura. «Questo clima ci riporta indietro e non aiuta a fare riforme sulla giustizia. Così come chiedo ai magistrati di rispettare il ruolo del Parlamento e della politica, altrettanto dovrebbero fare tutti i politici, cioè rispettare rigorosamente l'indipendenza e il ruolo della magistratura che fa il proprio dovere», ha affermato Diliberto a margine del congresso dei penalisti a Roma.