Diliberto sotto accusa, il Polo chiede le sue dimissioni 

da Il Messaggero del 27.11.98

ROMA Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini ne chiedono le dimissioni; Armando Cossutta e Fabio Mussi lo difendono giudicando «pura propaganda» gli attacchi del centro-destra. Oliviero Diliberto, ministro della Giustizia, è nella bufera ma non se ne preoccupa.
Anzi contrattacca: sul caso Ocalan, dice, «non ho niente da nascondere, nè oggi come  Guardasigilli nè, tengo a precisarlo nuovamente, ieri come capogruppo». Quindi, «smettiamola con le insinuazioni». In una nota, il ministro interviene per sgombrare il campo dai sospetti su un suo ipotetico coinvolgimento nella vicenda del leader del Pkk. «Per cercare di risolvere nelle sedi
competenti la vicenda Ocalan, occorre - sottolinea - la massima serenità e il rispetto scrupoloso da parte di ciascuno dei propri ruoli istituzionali. E’ del tutto evidente, come del resto ha sottolineato più volte lo stesso Presidente del Consiglio, che il governo non è stato coinvolto in nessuna trattativa. Gli attacchi e le critiche per la mia appartenenza politica - aggiunge Diliberto - sono ovviamente leciti nella tradizionale dialettica democratica tra maggioranza e opposizione. Le critiche e gli attacchi che invece mi si rivolgono come ministro della giustizia - sostiene - sono infondati e, dunque, del tutto strumentali». Nella vicenda Ocalan, conclude il ministro, «mi sono scrupolosamente attenuto alle mie competenze istituzionali. Ho la ferma intenzione di proseguire su questa strada e non ho alcuna intenzione di farmi trascinare in risse da stadio». 
Ma la polemica lungi da diminuire, cresce. Fausto Bertinotti lancia un siluro a Cossutta: la segreteria di Rifondazione comunista «ha discusso tutte le iniziative nei confronti del popolo curdo» e perciò «Cossutta, presidente del partito, era informato. Evidentemente, se non se ne ricorda è perchè si interessava ad altro in quel periodo. . . ». Il leader di Prc inalza: «Certamente Cossutta non era informato delle iniziative prese da Rifondazione quando lui non c’era più. Ne abbiamo discusso, naturalmente, tra i dirigenti e gli iscriti del Prc, non con quelli di un altro partito». Immediata la replia di Cossutta: «Sento che Bertinotti afferma che, nella segreteria
del Prc, si sarebbe discusso della questione ocalan. Si tratta di pure farneticazioni. Escludo che se ne sia parlato o che, in qualche modo io, allora presidente del partito, ne fossi stato informato».