La Cassazione: il padre naturale può sempre riconoscere il figlio 

da Il Messaggero del 27.11.98

ROMA - Anche se il tutore è contrario, il papà naturale di un bambino rimasto orfano può chiedere il riconoscimento della sua paternità perchè, «in linea di massima», è sempre presumibile l’interesse del minore all’ampliamento della sua sfera affettiva e familiare e chi vi si oppone deve farlo con «motivi concreti».
Così la I sezione civile della Cassazione (sentenza 12018) ha dato ragione a Luigi M., ragazzo padre di un piccolo la cui mamma morì dopo averlo partorito - facendo appena in tempo a riconoscerlo alla presenza di un pubblico ufficiale - contro lo zio materno, tutore del bimbo, che si opponeva a che Luigi potesse chiedere di esercitare il suo «potere-dovere» di padre, sancito dalle prove del Dna oltre che dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Milano. 
La legge stabilisce che in casi simili il tutore del minore di anni 16 deve dare il suo consenso mentre, quando si tratta di ragazzi sedicenni, a loro spetta la parola. Però se il tutore nega il suo assenso - hanno affermato i supremi giudici - deve opporre specifici motivi altrimenti nulla osta a che nell’interesse del minorenne avvenga il suo riconoscimento da parte dell’unico genitore rimastogli. E poi Luigi, appena il piccolo era nato, si era precipitato in ospedale per dichiararsi padre; per la Cassazione sono inoltre motivate le valutazioni della Corte d’Appello per cui la tenera età del bambino, due anni, non sarà turbata dalla scoperta del papà. (Ansa)