Ciampi: più rispetto per
i magistrati «Garanti di giustizia per tutti»
da La Stampa del 27.10.99
Guido Tiberga
ROMA
La difesa dei magistrati e della loro autonomia «consacrata dalla
Costituzione». L’invito agli imprenditori a non dormire sugli allori,
ma a sfruttare con coraggio tutte le occasioni offerte dalla ritrovata
«stabilità» economica. L’affermazione che «le
maggioranze politiche devono durare un’intera legislatura». I «boatos»
dal Quirinale raccontavano di un Ciampi irritato dalle voci che lo vorrebbero
ben disposto nei confronti di un eventuale governo tecnico da far subentrare
a D’Alema. Che quell’ipotesi sia lontana dai pensieri del Presidente lo
si è capito ieri mattina, nella cerimonia per la consegna delle
insegne ai nuovi Cavalieri del lavoro. Davanti a una platea illustre -
Paolo Fresco, Roberto Colaninno, Luigi Abete, Innocenzo Cipolletta, Andrea
Desiata - il Capo dello Stato è chiarissimo nel ribadire il suo
credo nella stabilità, «condizione essenziale per lo sviluppo
del Paese». Un termine, «stabilità», che nei discorsi
del Presidente ricorre spesso, ma che questa volta si accompagna a tre
aggettivi.
La stabilità di cui il Paese ha bisogno - insiste Ciampi - deve
essere «economica», «politica» e «istituzionale».
La precisazione non è casuale: il terzo aggettivo è lo strumento
che consente al Presidente di schierarsi al fianco della magistratura,
assediata dopo la sentenza Andreotti. La stabilità istituzionale,
spiega, «è un valore che si nutre del rispetto da parte di
tutti delle prerogative di ciascun potere dello Stato». Questo, insiste,
«va ribadito in particolare per la magistratura la cui autonomia
e indipendenza, consacrate nella Costituzione della Repubblica, sono garanzia
di giustizia per tutti i cittadini».
Nella sua «prima volta» al Quirinale con i Cavalieri del
lavoro, il Presidente tocca i temi dell’economia più cari agli imprenditori
che lo ascoltano. Li ringrazia per quanto hanno fatto per il Paese, li
indica come esempio ai 25 giovani neo-maturati con il massimo dei voti
premiati ieri come «Alfieri del lavoro». Ripercorre con loro
gli sforzi «ai limiti delle attese» per raggiungere il traguardo
europeo. Soprattutto li stimola ad «essere competitivi a livello
europeo»: perché «le condizioni per crescere ci sono»,
come dimostra la crescita di fiducia nel nostro Paese, e perché
«investire e innovare è compito degli imprenditori».
Certo, continua il Presidente, «anche lo Stato deve fare la sua
parte,come ha fatto in questi 10 anni in particolare. Le privatizzazioni,
le liberalizzazioni, le semplificazioni operate sono un fatto storico -
continua -. Lo Stato si è ritirato dal ruolo di imprenditore nel
bancario, nel manifatturiero, nelle telecomunicazioni, tornando ad essere
regolatore e dando spazio ai privati: Oggi la realtà è profondamente
diversa. Nessun Paese europeo ha fatto quello che ha fatto l'Italia in
questo campo. Ha messo a disposizione risorse impensabili qualche anno
fa...». A tratti, sembra quasi di ascoltare il Ciampi di un tempo,
il Governatore diventato ministro del Tesoro che si sofferma sulle cifre
dell’inflazione e del deficit: «Siamo passati da un disavanzo pubblico
di 150 mila miliardi nel ‘96 a poco più di 55 mila miliardi nel
‘97 - ricorda -. Il che significa 90 mila miliardi che lo Stato non ha
richiesto al risparmio per coprire il disavanzo, ma che ha lasciato a disposizione
degli imprenditori.». La stabilità economica, ammonisce Ciampi,
«è raggiunta. Ma come tutte le cose, non è raggiunta
per sempre: va consolidata giorno dopo giorno Ma non meno importante è
la stabilità politica». Qui Ciampi non ha dubbi: «Su
queste cose non esito a ripetermi - afferma -. Stabilità politica
vuol dire in primo luogo stabilità di governo. Passi avanti ne sono
stati fatti anche in questo campo. Siamo passati da governi che duravano
un anno a governi di più anni, e a maggioranze che durano e che
devono durare per l'intera legislatura. Mi auguro che il Parlamento, nei
prossimi giorni, approvi definitivamente la modifica istituzionale per
l’elezione diretta del presidente della Provincia. Sarà l’introduzione
di un elemento di stabilità che si potrà combinare fecondamente
con la legge, che mi auguro vada avanti, sul federalismo».
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