Caselli: anche Falcone spazzato
via dalle polemiche
da Il Messaggero del 27.10.99
ROMA - In questi giorni di asprissime polemiche, che lo hanno visto
al centro di pesanti attacchi anche da parte dell’ex capo di Stato Cossiga
che ha chiesto le sue dimissioni, Caselli ha sempre taciuto, si era limitato
a difendere l’operato dei magistrati di Palermo: «Sono orgoglioso
di aver lavorato con loro. Ma ieri è passato al contrattacco, e
nella sua autodifesa ha ricordato il passato: «Anche Falcone e Borsellino
sono stati spazzati via dalle polemiche che non sono cosa di oggi, ma ritornano
ogni volta che la magistratura cerca di fare il proprio lavoro in maniera
indipendente e uguale nei confronti di tutti».
Caselli non è mai entrato nel merito della sentenza Andreotti
ma ha colto l’occasione per reagire alle critiche durante l'inaugurazione
di una piazza dedicata a Falcone e Borsellino, a Crema, ricordando agli
studenti l'esperienza dei due magistrati uccisi dalla mafia: «Falcone
e Borsellino avevano cominciato a sconfiggere Cosa Nostra, ma poi l'uso
spregiudicato dei pentiti e l'uso politico della funzione giudiziaria hanno
distrutto il loro lavoro». Nessun commento neppure sui tempi lunghi
del processo che ha segnato la sua esperienza di procuratore a Palermo,
si è limitato a sottolineare come «la durata di tutti i processi
sia intollerabile». Poi ha aggiunto: «Ha ragione il vicepresidente
del Csm, professor Verde, con questi tempi la giustizia è alla bancarotta».
Alla commemorazione erano presenti anche Antonino Caponnetto, Rita
Borsellino e Gherardo Colombo. «Una parte consistente dell'Italia
è con Caselli che ringrazio pubblicamente per il lavoro svolto»,
ha detto Caponnetto. Il primo capo del pool antimafia ha aggiunto che «l'assenza
della classe politica ha permesso la sovraesposizione dei magistrati mentre
adesso si assiste a una violenza inaudita contro i giudici che si sono
sovraesposti a causa dell'assenza dello Stato». Caponnetto si è
appellato a Violante e Mancino perché il confronto rientri nell'ambito
della corretta dialettica democratica.
Anche il ministro della giustizia Diliberto, che in questi giorni ha
difeso l’autonomia della magistratura, ha spezzato una lancia in difesa
dell’ex procuratore che lui lui stesso ha chiamato alla direzione del Dap.
«Riceverò l'interpellanza di Cossiga la leggerò e vedrò
in base a quali motivazioni chiede la rimozione di Caselli. Devo però
dire che la mia stima e il mio rispetto sincero nei confronti di Caselli
continuano», ha detto il ministro: «Non a caso è stata
mia la decisione di chiamarlo in via Arenula per chiedergli di assumere
un incarico difficile e delicato».
Diliberto ha anche risposto all’ex ministro Mancuso, che durante il
governo Berlusconi occupava il suo posto in via Arenula, nel corso dell'audizione
di fronte alla commissione Antimafia «Approfondirò la questione
delle carte del processo Andreotti che Caselli avrebbe fatto avere a Caponnetto,
ma non ritengo che si possa ricavare elementi di scorrettezza tali da provocare
una censura nei confronti di Caselli».
Preoccupato del clima carico di veleni anche il segretario della Quercia
Valter Veltroni: «Troppi attacchi a Violante, troppi attacchi a Giancarlo
Caselli, troppi attacchi a tutti noi». E il presidente dell’Antimafia,
che pure è stato il più critico nei confronti dei magistrati
palermitani, ha tenuto a precisare: «Conosco Caselli da trentanni,
lo stimo e non ho motivo di cambiare il mio giudizio su di lui».
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