Pinto: «Nulla da rimproverarci» 

da Il Messaggero del 27.10.99

ROMA - La maggioranza non ha nulla da rimproverarsi in commissione Giustizia per la legge sui pentiti. Lo ha sottolineato Michele Pinto, presidente della stessa commissione Giustizia in replica alle dichiarazioni di Oscar Luigi Scalfaro e di Ortensio Zecchino sui ritardi e sui limiti coi quali la legge sui pentiti sarebbe stata licenziata al primo vaglio di Palazzo Madama. «Si tratta di materie complesse - ha spiegato l'esponente Popolare - e certo non si può dire che il Governo e maggioranza siano stati a guardare. A chi esprime critiche così severe faccio soltanto notare che dalla commissione Giustizia sono stati licenziati anche altri provvedimenti non meno importanti di quello sui collaboratori di giustizia. Mi riferisco, solo per fare qualche esempio, al giudice unico, ai tribunali delle aree metropolitane, al giudice di pace». Per Pinto, in ogni caso, il provvedimento ha impiegato due anni a essere discusso perché tratta di una materia molto complessa: «Non a caso, si è deciso di rinviare a un altro ddl l'art.192 sulla valutazione delle testimonianze dei collaboratori di giustizia». Pinto ricorda poi che ci sono voluti due comitati ristretti per sblogliare la matassa del valore da attribuire alle testimonianze dei pentiti. Licenziata la prima legge sulla "gestione" dei pentiti, si potrebbe affrontare questa seconda normativa anche nel giro di poche settimane. «Mi spiace - aggiunge - che la norma da noi approvata nelle scorse settimane non sia stata compresa nella sua interezza e nella sua importanza. Con quella legge i pentiti non verranno più messi in condizione di nuocere, visto che si dettano regole precise su come le loro testimonianze debbano essere raccolte e su quali premi debbano ricevere in caso di collaborazioni utili».