Sul diritto d’autore il Governo tenta una mediazione difficile 

da Il Sole 24 ore del 27.10.99

ROMA — Per la riforma del diritto d’autore arriva il test decisivo che dovrà sciogliere i nodi sulla fotocopiabilità dei libri e sulle rassegne stampa. La commissione Giustizia della Camera, infatti, dovrà decidere se "rimangiarsi" il «no» votato qualche settimana fa al pagamento dei diritti sia sulle fotocopie dei libri — consentite entro un limite del 15% dell’opera — che sulle rassegne stampa messe a punto da enti pubblici e privati. Oggi il Governo presenterà un emendamento per sanare la spaccatura causata dall’abrogazione — su proposta di uno schieramento trasversale, con Parrelli (Ds) e Saponara (Fi) — delle norme del disegno di legge (articolo 5, commi 2 e 2 bis) che prevedevano il pagamento dei diritti.

La bocciatura di questa parte del disegno di legge, in seconda lettura alla Camera, aveva provocato non soltanto la reazione delle associazioni di autori ed editori, ma anche del relatore del provvedimento, Angelo Altea. «Io ero contrario all’abrogazione — spiega il parlamentare diessino —. Così infatti si ripiomba nella situazione attuale in cui non esiste certezza sui comportamenti leciti e non. Adesso la legge del 1941 sul diritto d’autore viene interpretata in modo diverso: è la Guardia di finanza ad agire sulla base di una discrezionalità eccessiva per cui i titolari dei centri stampa sono stati letteralmente vessati non sapendo che cosa fosse lecito perché comportamenti analoghi erano consentiti, ad esempio, a Milano e vietati a Reggio Calabria». E si tratta di un affare di non poco conto: «Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti ha detto che in un anno la Gdf ha effettuato 4mila operazioni accertando diritti evasi per 500 miliardi di lire».

Il relatore Altea ha quindi minacciato le dimissioni nel caso in cui la norma che regola il pagamento dei diritti su fotocopie e rassegne stampa non venisse ripristinata. «La riforma inasprisce le sanzioni penali e ammoderna la legge del 1941 — dice Altea —. Ma se manca la materia da tutelare allora è inutile istituire norme penali di tutela».

Sulla linea opposta i fautori della libertà di circolazione delle fotocopie di libri per i quali ogni limitazione costituirebbe una restrizione alla diffusione della cultura. A cercare un accordo per salvare il Ddl è intervenuto quindi il Governo. Il sottosegretario alla Giustizia, Maretta Scoca, ha preparato un emendamento che inserisce nel testo gli stessi principi già bocciati ma con alcuni aggiustamenti: il pagamento dei diritti viene semplificato e diventa forfettario (mentre prima si prevedeva che il centro copie pagasse per ogni pagina in base al prezzo medio annuale comunicato dall’Istat). Inoltre, per quanto riguarda le rassegne stampa, dal pagamento vengono esclusi per i primi tre anni gli enti pubblici che, a regime, verseranno un importo ridotto del 50% rispetto ai privati. La gestione del sistema e la determinazione degli importi vengono affidati alla Presidenza del Consiglio.

Roberta Miraglia