Una corsia preferenziale per i testi unici

da Il Sole 24 ore del 27.9.99

Il traguardo è ancora lontano: 2000 o 2001. Ma il processo di delegificazione, dopo l’entrata in vigore della cosiddetta legge Bassanini quater, ha ottenuto la prima "spinta" parlamentare. La commissione Affari costituzionali della Camera ha infatti indicato al Governo le priorità per realizzare il piano illustrato a Montecitorio all’inizio di luglio dal sottosegretario alla Presidenza Franco Bassanini. Prima fra tutte quella relativa alla "corsia preferenziale" da concedere alla stesura di quattro testi unici: pubblico impiego; autonomie locali; documentazione amministrativa e anagrafica; rimborso delle spese elettorali e finanziamento ai partiti. L’Esecutivo inoltre dovrà procedere su due binari paralleli: creazione di testi unici regolamentari (in cui far confluire tutte le disposizioni riguardanti le semplificazioni amministrative introdotti da regolamenti); realizzazione di testi unici legislativi (in cui assorbire tutte le norme di legge per materia). Dulcis in fundo dovrà essere elaborato un testo unico di carattere "compilativo" nel quale amalgamare i due documenti.

Una tabella di marcia chiara, insomma, quella proposta dalla commissione Affari costituzionali della Camera su proposta del presidente della Commissione Bicamerale sulla Pa, Vincenzo Cerulli Irelli. Ma la strada da percorrere non si presenta tutta in discesa. Allo stato attuale, sono oltre 30 i settori che dovrebbero essere interessati, sulla base di leggi in vigore, all’opera di delegificazione e di deregolazione. Un "carico pendente" cospicuo che, in alcuni casi non ha neppure origini recentissime. Il testo unico sulla previdenza, ad esempio, è previsto dalla riforma previdenziale del ’95 (la cosiddetta "legge Dini") ma non ha ancora visto la luce, tanto da costringere l’Esecutivo a prorogare il termine per la sua emanazione al 31 marzo del 2000. Allo stesso tempo, non sarà facile per il Governo e le commissioni parlamentari separare la parte strettamente legislativa da quella "semplificativa" innescata dalle riforme Bassanini sulla pubblica amministrazione.

Un elemento appare comunque certo: sia Governo che Parlamento concordano sulla necessità di utilizzare il programma di riordino anche allo scopo di procedere a una reale semplificazione della normativa vigente nei diversi settori. «In questo senso — si legge nella relazione proposta da Cerulli Irelli e accolta dalla commissione Affari costituzionali — appare opportuno procedere non solo alla più ampia delegificazione, ma anche alla riduzione dello stock normativo, attraverso l’abrograzione delle norme di legge o regolamentari non ritenute più necessarie».

In altre parole, l’azione di potatura avviata da Bassanini sul fronte della pubblica amministrazione, dovrebbe essere irrobustita ed estesa a tutti i settori. Il tutto, come ha detto il sottosegretario alla Presidenza, mediante un’assidua e fattiva collaborazione tra Governo e Parlamento anche al fine di garantire la semplicità del linguaggio nei testi unici, la certezza e l’uniformità della terminologia e la «logicità della disciplina, soprattutto procedimentale».

Marco Rogari