Londra «accorcia» i processi 

da Il Sole 24 ore del 28.4.99

(DAL NOSTRO CORRISPONDENTE)
LONDRA — La riforma del secolo, destinata a ridisegnare il corso delle cause civili in Inghilterra e nel Galles, ha preso il via lunedì. L’obiettivo è quello di accelerare i tempi delle cause, incoraggiare la mediazione a detrimento del confronto e dare più potere ai giudici, ai quali spetterà il compito di fare rispettare tempi brevi, avvalendosi di incentivi finanziari o, in caso contrario, di multe salate contro chi rifiuta la mediazione o allunga i tempi della giustizia.
La riforma, che potrebbe creare grande invidia nel nostro Paese, afflitto da processi civili interminabili, è stata architettata da Lord Woolf, alto magistrato a capo della Corte d’Appello del Regno, a cui è stato chiesto dal Governo di porre fine allo «stato di crisi cronica» in cui versano i processi civili in Gran Bretagna. Tra le misure ne esistono alcune curiose, quali una drastica riduzione del ricorso a espressioni latine per rendere il processo più intellegibile e accessibile alla gente. Un orientamento accolto con ironia da molti avvocati esperti in "latinorum", secondo i quali espressioni semplici e dirette nella lingua dei nostri antenati saranno sostituite da interminabili giri di parole.
Da bravi pragmatici gli inglesi hanno comunque puntato, tramite la riforma, a rendere il corso della giustizia più rapido, semplice, equo e, soprattutto, meno costoso. Finora il sistema era basato sul confronto, con stuoli di avvocati pronti a battersi da ambo le parti fino all’ultimo sangue per tempi lunghi e con costi elevatissimi per i clienti. Al centro della riforma staranno questa volta i giudici, che avranno saldamente in pugno l’intero iter processuale. I giudici potranno imporre chiare scadenze e sanzioni a chi non le rispetta e incoraggiare il più possibile la mediazione per evitare l’ingorgo nei tribunali.
Il nuovo sistema prevede inoltre che i casi da dibattere si articoleranno in linea di massima lungo tre binari: le piccole cause (con un valore inferiore alle 5mila sterline, pari a circa 15 milioni di lire) e quelle a corsia rapida (sotto le 15mila sterline di valore) che dovranno essere risolte in tempi brevi (fino a 30 settimane) e con costi contenuti per il sistema e le cause di valore più elevato (oltre 15mila sterline) o particolarmente complesse per cui saranno previste tempi più lunghi. Secondo le statistiche giudiziarie, nel 1997 la metà delle cause in Galles e Inghilterra riguardava un valore inferiore alle mille sterline, il 19% tra le mille e le 3mila e il 12% tra le 3mila e le 5mila. Con la riforma, dunque, vi dovrebbe essere un notevole snellimento per oltre l’80% delle cause civili, finora combattute con grande dispendio di energia e rischio di congestione del sistema per quella che può essere considerata una manciata di sterline.
Tutti in Inghilterra sono d’accordo sul fatto che la riforma della procedura civile era ormai dovuta. E molti hanno accolto positivamente le innovazioni introdotte da Lord Woolf. Buona parte dei legali però vogliono una introduzione graduale, poichè un’applicazione immediata potrebbe creare nuovi problemi. Primo tra tutti il ruolo dei giudici, che dovranno adeguarsi ai nuovi poteri loro concessi e cercare di adottare atteggiamenti più omogenei possibile. Il supporto informatico per i processi non sarà inoltre pronto fino al prossimo anno, ponendo altri interrogativi. Le grandi aziende che si troveranno coinvolte nelle cause rischieranno, per il nuovo criterio di proporzionalità, di non vedersi concedere riduzioni dei costi processuali. Molti avvocati, per mettere alla prova il sistema, potrebbero inoltre essere tentati a ricorrere con numerosi appelli, creando nuove congestioni. Ma tant’è, la riforma è partita e promette per la giustizia inglese quello che fu il "big bang" per la City di Londra nella finanza.