«Rinvii,
caos è la paralisi»
da Il Mattino del 28.4.99
Antonio Briganti, presidente della Camera Penale. Perché protestate?
«Ci sono almeno cinque aspetti. Il primo è che il tribunale
è ormai intasato. Abbiamo sezioni con un carico di venti, trenta
processi al giorno. Il risultato? Avvocati, ma anche testi, che girano
per le aule dalle 9.30 sino alle 19 per poi sentirsi dire molte volte:
l’udienza è stata rinviata».
Le altre note dolenti?
«L’assenza di criteri nella scelta della trattazione dei processi.
Non si capisce in base a quale logica vengano trattati alcuni processi
e altri no. C’è poi un problema legato alle assegnazioni: dal pm
al gip e dal gip al tribunale. Il sistema è computerizzato, ma in
base a quale impostazione? Noi non l’abbbiamo mai saputo».
Ma voi criticate anche il nuovo assetto del tribunale.
«Non è che lo critichiamo, la verità è che
non siamo stati proprio consultati. Abbiamo appreso del nuovo assetto organizzativo
leggendo Il Mattino. Ed è estremamente grave, perché produce
l’espulsione dell’avvocatura dal sistema giustizia. A tutto questo bisogna
poi aggiungere, oltre ai temi di carattere nazionale, una Procura circondariale
collassata, dove per giunta gli avvocati vengono ricevuti da alcuni pm
una volta al mese».
Perché ricorrere allo sciopero?
«Non è uno sciopero, ma un’astensione tecnica con assemblea
per dare modo a tutti i colleghi di confrontarsi. Certo, si potrebbe tenere
l’assemblea di pomeriggio. Ma è impossibile, visto che siamo costretti
a girare per le aule dalla 9 sino alle 19 a causa dell’ingolfamento di
processi. Ricordiamoci, poi, che da cinque anni la Camera penale non ricorre
in maniera selvaggia all’astensione».
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