Corleone:
“Sono sicuro l’ergastolo sarà abolito”
da La Repubblica del 28.12.98
di RAIMONDO BULTRINI
ROMA - Un anno fa, quando il capo dello Stato graziò sei ex
terroristi, il sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone profetizzò
che questo ‘98 sarebbe stato “un anno di grazia” per ergastolani e reduci
del partito armato. Ma questo Natale l’unico “graziato” è stato
Panizzari.
Onorevole, se la sente di ritentare la “profezia” per il ‘99?
“Veramente dissi che quel mio sogno era condizionato dall’atteggiamento
delle forze politiche verso l’iniziativa di Scalfaro. Potevo anche sognare
“un anno di gentilezza”, ma i sogni non sono di questo mondo”.
Deluso anche da quest’unico provvedimento presidenziale?
“No, anzi. La grazia per Panizzari ha un grande valore simbolico, se
così vogliamo dire, verso un ergastolano ex terrorista, detenuto
comune con esperienze di orfanotrofi, carceri minorili e manicomi, cresciuto
e riscattato culturalmente in carcere. Le altre sei riguardavano ex
terroristi che avevano avuto pene molto alte pur avendo tutti rivestito
ruoli limitati nelle loro organizzazioni, e mai per fatti di sangue. Quelle
grazie dimostravano che la legislazione d’emergenza aveva usato la mano
forte e che si poteva e doveva superarla”.
E Panizzari cosa dimostra?
“La sua situazione prova che non è vero ciò che vanno
dicendo in tanti, a cominciare da An, secondo i quali dopo 26 anni si esce
quasi automaticamente. Panizzari poteva restare in cella chissà
quanto, nonostante il suo intimo cambiamento”.
An ha detto che quella di Scalfaro è solo una mossa elettorale.
“Mi pare una lettura non solo forzata ma anche offensiva”.
Ma erano critici anche i parenti delle vittime.
“Quando il dolore è autentico e profondo è incancellabile,
a maggior ragione quando sono morti dei padri, dei mariti per atti che
per queste famiglie risultano incomprensibili, oltretutto avendo dovuto
affrontare una vita in condizioni inimmaginabili, difficili. Però
l’atteggiamento di uno Stato nei confronti delle persone che hanno compiuto
gravi delitti, o comunque nei confronti della stagione della lotta armata,
si sottrae all’esclusivo parametro del giudizio dei parenti.
Prima di tutto perché lo spirito della pena in uno Stato di
diritto non è inteso come vendetta, ma tiene presenti considerazioni
generali. Anche dei pluriomicidi, per la loro collaborazione preziosa con
la giustizia, vengono trattati con diversi parametri”.
L’ex br Braghetti e l’ex Nar Mambro in corteo contro la pena di morte,
gli ex terroristi in tv. Molti parlano di eccessiva ostentazione.
“Ho sentito parlare la Braghetti. Ha una consapevolezza del dolore
e della difficoltà di cancellare l’esperienza vissuta che mi pare
molto vera e toccante. La Mambro lavora per “Nessuno tocchi Caino” che
ha organizzato la manifestazione. Io credo che non sia un desiderio di
mettersi in mostra, ma un rendere testimonianza.
Francamente non credo a quelli che se la cavano dicendo “ho sbagliato,
son pentito”, ma a quelli che con le loro opere tengono aperta una sofferta
contraddizione”.
Il ministro della Giustizia Diliberto ha definito l’abolizione dell’ergastolo
una “priorità”. Lo sarà davvero?
“C’è una proposta di sostituire l’ergastolo per i delitti piu
gravi con una pena speciale, 33 anni. Ha il senso di togliere quel “fine
pena mai” e di lasciare una possibiltà, teorica, ma una possibilità
di fronte a un cambiamento reale e profondo dell’ uomo condannato. A questa
proposta, approvata al Senato e ora in commissione Giustizia della Camera,
il governo, col giudizio di Diliberto, darà parere favorevole.
E, se non ci saranno motivi di polemica politica o di contingenza, credo
dovrebbe passare anche alla Camera”. E l’indulto?
“Per l’indulto c’è un vincolo dei due terzi di voti parlamentari
che pone molti più ostacoli. Ma penso che l’indulto per il terrorismo
avrebbe anche il segno della superiorità dello Stato. Tanto più
che ormai molti protagonisti stanno uscendo per aver scontato interamente
la pena, e dopo aver lavorato a lungo in attività di solidarietà
sociale”.
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