Schiavi: spostate il processo

da Il Messaggero del 28.2.99

ANCONA Non è vero che Gianfranco Schiavi è un collaboratore di giustizia, nè è indagato o imputato «per fatti o rapporti con forze di polizia o magistrati, in relazione ai quali mai è stato interrogato». È quanto ribadisce, esprimendo «preoccupazione» per il contenuto degli articoli apparsi sul settimanale del Corriere della sera, Sette, il difensore dell'ex buttafuori coinvolto nel triplice omicidio di Sambucheto, l'avv. Marco Manfredi. Precisando di non voler entrare nel merito delle polemiche sorte dopo la pubblicazione dell'intervista al procuratore nazionale antimafia Pierluigio Vigna, il quale «ha smentito le affermazioni in ordine ai fatti che interessano Schiavi dichiarando di non conoscerli», Manfredi rileva che «in sostanza si sono attualizzati fatti che risalgono ad oltre tre anni fa, collegandoli artificiosamente a fenomeni di criminalità russa ed albanese». «Tale fatto - aggiunge il legale - è più preoccupante in quanto tra poco inizierà il rpcesso a Macerata», e a questo proposito ha annunciato che «è stato richiesto alla Corte di Cassazione lo spostamento del processo ad altra sede giudiziaria». «Va segnalato - afferma ancora Manfredi - che i giudici che sono stati investiti della decisione su fatti quali il gioco d'azzardo, l'usura ed altri reati collegati con le attività commerciali, hanno prosciolto lo Schiavi». «Come va riconosciuto e decretato rispetto al lavoro dei magistrati, altrettanto rispetto - conclude Manfredi - merita il lavoro degli avvocati, e la giustizia in piazza o a mezzo stampa oltre a non rendere un buon servizio getta discredito su lavoro di tutti. Non può, infine, essere dimenticato che una informazione non precisa o veritiera può condizionare chi è chiamato a decidere e, particolarmente, laddove ci si trovi in presenza di giudici popolari».