Il
Pm Marino critica Ciampi
da La Sicilia del 28.6.99
CATANIA — Il pm Nicolò Marino dichiara di «essere sorpreso»
della telefonata del capo dello Stato allo scarcerato ex sottosegretario
Cusumano, e arriva subito la precisazione del Quirinale: «La telefonata
del presidente del presidente Ciampi al dottor Cusumano, già sottosegretario
al Tesoro, alla notizia della cessazione della carcerazione, durate la
quale egli si era ammalato, era per avere notizie delle sue condizioni
fisiche e per rivolgergli un saluto al rientro in seno alla famiglia».
E Cusumano da Sciacca, dove sta trascorrendo la prima domenica dopo il
ritorno in libertà, conferma: «La telefonata del presidente
della Repubblica è andata così come dice il Quirinale».
Nicolò Marino c'era andato giù pesante: «Se è
vero quello che scrivono i giornali sulla telefonata del capo dello Stato
sono soltanto due le possibilità: o il presidente è assolutamente
certo di quello che hanno detto gli avvocati e quindi è a conoscenza
della motivazione della Cassazione, o la telefonata rischia di trasformarsi
in una sorta di involontario condizionamento nei confronti di chi quella
motivazione deve ancora scriverla».
— Cosa pensa della precisazione del Quirinale? «Per noi è
una cosa positiva, la ritengo una presa di distanza del capo dello Stato,
ma se noi non fossimo intervenuti pesantemente in mattinata mi chiedo se
il capo dello Stato avrebbe fatto questa precisazione. Perché non
l'ha fatta prima, in modo da non consentire a Cusumano di utilizzare quella
telefonata ai suoi fini di denigrazione? Noi siamo stati aggrediti in maniera
assolutamente ingiusta e inaccettabile, senza che gli organismi deputati
a tutelare anche l'operato dei magistrati abbiano detto una sola parola.
Abbiamo ricevuto critiche anche da chi, essendo stato magistrato, e mi
riferisco al sottosegretario Ayala, prima di parlare dovrebbe conoscere
le carte. Ayala si legga le carte e poi vediamo se mantiene lo stesso giudizio
che ha dato politicamente» (Ayala ha subito replicato: «Chiamando
in causa Ciampi e me il dottor Marino ha perso due occasioni per tacere.
Ho solo fatto notare che la Cassazione ha detto che Cusumano è stato
in carcere per due mesi e che non ci doveva stare: il che non mi sembra
giovi all'immagine della Giustizia»).
— Il succo è che prima si deve attendere la motivazione della
Cassazione. «Certamente. Tra l'altro, se fosse vero che la Cassazione
ha scarcerato Cusumano per mancanza di indizi, significherebbe che è
entrata nel merito, il che non le è consentito. L'unico organo che
è deputato a farlo in questa fase, cioé il Tribunale del
riesame, ha già dato il suo responso positivo per la Procura. La
Cassazione potrebbe avere annullato il provvedimento di carcerazione di
Cusumano per tanti motivi, chessò, anche per incompatibilità
della detezione con le condizioni di salute, o per sopravvenuta mancanza
di esigenze cautelari. Quindi in base a presupposizioni abbiamo subito
una vergognosa campagna politica, che getta ombre su un'inchiesta che è
limpida in ogni sua fase, posto che due terzi degli imputati di questa
vicenda degli appalti dell'ospedale Garibaldi hanno confessato i collegamenti
con la criminalità organizzata e i condizionamenti dei politici».
— Però pare di capire che in troppi casi la Suprema Corte giudichi
diversamente dalle Procure il reato di concorso esterno in associazione
mafiosa. E non si può dire che ci sia ancora Corrado Carnevale.
«Io accetto che altri la pensino in maniera diversa, tuttavia nell'ambito
delle loro competenze. E comunque Cusumano non ha soltanto il concorso
esterno, ma anche la turbativa d'asta, che è un delitto autonomo.
Il problema vero è che qui si dà per scontato che Cusumano
è vittima di un errore giudiziario per un annullamento della Cassazione
che non si sa nemmeno per quale ragione sia stato deciso. E ciò
giustifica le aggressioni alla Procura? Questo è un fatto di una
gravità enorme, non la sentenza della Cassazione».
— Ha colpito il suo rimprovero a Catania, alla città indifferente.
Eppure avete certamente una solidarietà generale perché la
gente capisce che se il clima è cambiata in meglio lo si deve in
buona parte al lavoro dei giudici. «Le faccio un esempio concreto:
da qui a poco i lavori dell'ospedale Garibaldi si dovranno bloccare perché
gli organi competenti non hanno predisposto i progetti esecutivi per proseguire.
Finora si è andati avanti per non disperdere il capitale, i soldi
della gente, per dare a Catania quest'ospedale, quest'opera così
tanto martoriata, e di questo si è fatta carico l'autorità
giudiziaria, ma se adesso non sopravvengono quelle persone che debbono
fare atti di loro competenza, che poi sono di rilevante interesse sociale,
si bloccherà tutto. E' su questo che si dovrebbe discutere seriamente».
— Le responsabilità in questo caso sono della Regione, non della
città. «Ma anche questa Catania, che in quattro grossi appalti
- quelli del primo e del secondo lotto del Garibaldi, del Tavoliere, della
piscina di Nesima - ha visto intervenire la magistratura, vuoi per i collegamenti
dimostrati con la criminalità organizzata e vuoi per i condizionamenti
politici, e nessuno si è mai scandalizzato, ci si è assuefatti
tanto a queste vicende da non trovare strano tutto questo».
Tony Zermo
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